Nome: Fabio Reghellin
Su di me:
Interessi: risparmio energetico, fotovoltaico, programmazione, termografia
Vivo: IT,
Specializzazione: fotovoltaico
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1) Una buona parte del cibo, in particolare quello fresco, non è facilmente ed economicamente trasportabile e conservabile e si ammacca e deperisce già su percorsi medi, quindi una certa quantità di perdite tra il campo e la tavola è eliminabile solo avvicinando la tavola al campo con filiere corte. Esportare cibo da un paese all’altro in quantità significative si può fare solo se si tratta di cibi molto apprezzati (e quindi cari per il consumatore) oppure per cibi che si conservano bene. Paradossalmente alcuni OGM sono stati studiati proprio per ridurre il problema che tu poni come un motivo per rifiutarli: aumentare la vita utile del frutto dopo la raccolta e ridurre così lo spreco di frutti marciti. In un certo senso il buco nel serbatoio è riducibile, ma non eliminabile, come l’autoscarica di una batteria o l’ineliminabile entropia connessa ad ogni trasformazione, spostamento o passaggio del tempo. 2) Io interpreto il "semplicemente assurdo" di Lynas come la constatazione che agli abitanti dei paesi ricchi non interessa per niente la fame nei paesi poveri, quindi non cambieranno la loro dieta per far mangiare loro. E’ una triste constatazione, ma anche i sistemi politici idealmente più giusti ed equi che si proponevano di dare ad ognuno secondo le sue esigenze e ricevere da ciascuno secondo le sue capacità sono miseramente falliti di fronte all’egoismo degli individui. Credo che sia impossibile imporre all’occidente (ma anche a tutto il resto del mondo) di abbandonare il consumo di carne: secondo me può essere solo una scelta dei singoli. Quindi se mi dici che il problema fame può essere risolto se tutti evitassero di mangiare carne posso dirti che sì, in teoria hai ragione, ma che sai anche tu che questa ipotesi non si verificherà né domani né tra 10 anni. E’ un’ipotesi come "se tutti i politici fossero onesti e tutti gli elettori fossero intelligenti"... :-(
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Proprio stamattina ho visto questo programma del Programma Ambientale delle Nazioni Unite e della FAO http://www.thinkeatsave.org/ riguardo allo spreco di cibo. Un articolo al riguardo ci starebbe bene su howtobegreen...
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"l’unica strada da seguire per affrontare e risolvere la questione fame nel mondo" ?? Davvero? E neanche una parola sulla crescita demografica? E’ irrilevante aggiungere all’equazione un altro miliardo o due di bocche da sfamare? Stranamente il controllo demografico (e l’idea di una decrescita della popolazione) non sono mai al centro delle discussioni, neppure quando si parla di "decrescita felice".
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I Led sono un’ottima opzione per diverse applicazioni, ma devo rilevare che quest’affermazione "senza produrre alcun tipo di calore" non corrisponde alla realtà. Scaldano poco rispetto alla potenza ed al flusso luminoso, ma producono comunque calore. E dato che sono molto compatti se non si applica un dissipatore adeguato si scaldano troppo e si bruciano. E addio alle ventimila ore di vita prevista.
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Dopo aver ipotizzato "una media di 16 ore di stand-by al giorno" l’autore parte per la tangente... "se consideriamo che nella realtà molti elettrodomestici non vengono utilizzati molto spesso.. la cifra raggiunge il raddoppio o va anche tranquillamente oltre" Ora se siamo partiti da 16 ore al giorno e raddoppiamo arriviamo a 32 ore al giorno... Di che giornate stiamo parlando? Mi piacerebbe anche sapere chi ha uno stereo che in stand by assorba 25 Watt: è una potenza che dissipa un calore sensibile direttamente a mano nuda, ma più di tutto vorrei far notare che molti possessori di decoder digitale terrestre non lo mettono mai in stand by e lo lasciano direttamente acceso. Per loro anche la ciabatta stand by rimarrebbe sempre accesa.
Personalmente credo che si debba trovare un qualche modo per responsabilizzare i bambini e i giovani, che passano molto tempo in casa e lasciano allegramente le luci accese. A cos’altro ci si può aggrappare per stimolarli che non sia la solita retorica ecologista, ma che li tocchi invece più da vicino?
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Sig. Alessandro, non se la prenda, mi sono riferito a "l’autore" non sapendo se l’avesse scritto lei o se l’avesse copiato da altre fonti come succede spesso sul web.
1) come fa a raddoppiare ("e oltre")la cifra calcolata se non raddoppia le ore? Raddoppia la potenza? Raddoppia gli apparecchi in stand by? La battuta sulla giornata di 32 ore era perché mi pareva evidente l’errore, invece visto che non è evidente ipotizziamo che io abbia un apparecchio che uso 8 ore al giorno, 16 ore di stand by. Se lo uso 4 ore al giorno lo stand by dura 20 ore, se non lo uso per nulla lo stand by dura 24 ore... Quindi anche se elimino tutto lo stand by di un apparecchio che non uso mai arrivo al massimo ad eliminare 24 ore di consumi, di più proprio non si può. Quindi dato che 24 è solo 1,5 volte 16 non potrò mai raddoppiare il risparmio che ottengo su 16 ore... Spero ora sia chiaro. 2) Per curiosità si tratta di uno stereo "classico" ad elementi separati o di un compatto? 3) Sono i genitori i primi a dover educare i bambini, ma io credo che l’onere di educare la nuova generazione ricada su tutti gli adulti, quindi anche su di me che figli miei non ne ho. Quel che intendo per retorica sono gli slogan su foreste, mari, fiumi, atmosfera che sui bambini nella mia esperienza non fanno presa. La ricompensa per la "fatica" è troppo lontana ed impalpabile mentre loro vivono nel qui ed ora con una prospettiva che arriva al massimo ai regali di Natale. Per spingerli a comportamenti ecologici o "consapevoli" che idee avete? Prendiamo dalla loro paghetta i soldi per le bollette? Mi sembra un po’ troppo crudo, mi sembra anche che sulle mogli non funzioni... ma se qualcuno ha provato e funziona...
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A questo prezzo sembra cominci ad essere competitiva, ma dopo i primi 3 anni che succede alla batteria noleggiata? Diventa di proprietà del cliente? O viene cambiata e parte un altro ciclo di noleggio?
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Grazie Teddyson, io stavo guardando la Peugeot 3008 Hybrid 4 che mi sembra interessante per la soluzione di motore diesel sull’asse anteriore ed elettrico sull’asse posteriore, ma il prezzo è altino (33-35k€) e non capisco ancora quale sia la potenza del motore elettrico e quale la capacità delle batterie nichel metal idruro Sanyo che monta. Il sito Peugeot è straordinariamente scarno di informazioni su questo punto.
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Come dice anche Hormann l’interesse è naturale. Anche parlando di nuvola fa una gran confusione: se qualcuno ottiene qualcosa qualcun altro deve rinunciarci, non vedo come si possa avere un’incoerenza tra il "front end" ed il "back end" come dice lui... altrimenti io mi disegno un bel front end su misura in cui prendo a prestito beni e servizi e non li restituisco mai... comodo!
Potremmo non avere interessi se la vita fosse infinita, ma per me è diverso avere un pezzo di pane oggi o averlo tra 10 anni e lo stesso è per gli altri: chi mi presta la casa per averla indietro tra un mese senza interessi? Come dice anche Hormann l’interesse è naturale.
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Grazie, questo è un articolo molto utile!
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Buongiorno Luca e grazie per il commento. Mi scuso se il "burp" con cui ho iniziato il mio primo intervento è risultato sgradevole o antipatico. Sul momento mi era sembrato un simpatico modo di esprimere l’idea dell’indigestione di frottole, ma sicuramente potevo esprimermi meglio e cercherò di farlo in futuro.
Riguardo ai miei interessi credo sia superfluo ricordare che ciò che si trova sul web riguardo ad una persona non riassume certo tutti i suoi impegni e tutti i suoi interessi. In particolare per quel che mi riguarda l’ecologia circonda e permea da sempre molti dei miei interessi, tuttavia non avendo dedicato anni di università a biologia e studio di ecosistemi non mi sento all’altezza di scriverci sopra dei reportage. D’altra parte per riconoscere che gettare olii esausti nei tombini è un gesto folle non c’è bisogno di una preparazione specialistica, così come riconoscere che un’affermazione come "semi con un gene in grado di rendere sterili le varietà locali" necessita di forti evidenze scientifiche per provare che i geni di una specie sono in grado di creare mutazioni nei geni di _un’altra_ specie. Se qualcuno, per fare un esempio informatico, diffondesse la "notizia" che usare computer Apple (o installare Ubuntu) provoca un aumento dei suicidi tra gli utilizzatori credo che anche tu interverresti con fermezza per contestarla. Un conto sono le opinioni ("grande", "piccolo", "bello", "brutto"), un altro sono le menzogne. Se scrivessi in un reportage che Ruby è la nipote di Mubarak non credo che troverei molti disposti ad applicare con calma e delicatezza il metodo socratico. Qualche bel "vaffa" me lo beccherei, credo. Ad alcuni "anti"Qualcosa invece si perdona un po’ tutto, comprese le menzogne e questo non lo trovo affatto giusto, soprattutto per le conseguenze che ha se poi viene chiesto alla popolazione di esprimere un’opinione. Per evitare polemiche tralascio esempi troppo vicini e torniamo indietro di 80 anni: la popolazione accettò che venissero emesse delle leggi razziali anche perché le bugie sugli ebrei sono circolate per anni. Non si tratta quindi di ergersi come paladino della verità, ma piuttosto di svolgere un piccolo ruolo di censore delle menzogne, sperando che altri, con altre competenze, facciano lo stesso nei campi in cui io sono ignorante. Concludendo mi scuso ancora per quel "burp" e ti ringrazio per il tuo contributo.
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Nell’immagine ci sono anche i dati sulla energia che si progetta di produrre, che è ben più interessante rispetto alla semplice potenza installata semplicemente perché tutti noi consumiamo energia, non potenza. I dati poi si prestano ad esser visti da più lati: 300’000 persone impiegate nell’eolico significa anche 300’000 stipendi da pagare per ottenere l’energia, quindi il fatto che un settore porti molta occupazione (o necessiti di molta manodopera) contribuisce ad alzare il costo dell’energia prodotta. Se ipotizziamo dei costi minimi di 30’000 euro l’anno per occupato risulta che il solo costo del lavoro incide per 1,6 centesimi di euro a kWh, che non è trascurabile.
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Buona soluzione per l’occidente sedentario, che facendo moto riduce di un pochino il grasso corporeo. Certo se facessimo il calcolo dell’impronta ecologica dell’energia muscolare umana sarebbe terribile: l’efficienza del corpo umano è davvero scarsa e come input abbiamo cibi prodotti con un notevole consumo di energia e risorse. Se poi ci togliamo anche le perdite di alternatore, inverter, carica delle batterie, scarica delle batterie e nuova conversione attraverso un altro inverter per alimentare gli strumenti... brrr!! Probabilmente se si fosse attaccata la spina alla rete si sarebbe consumato all’incirca un decimo dell’energia primaria che è servita ad alimentare i ciclisti...
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"Intrappolate nella pasta, queste bolle di anidride carbonica aiutano il forno a raggiungere più in fretta la temperatura"... sì, più o meno quanto soffiare fuori dal finestrino contribuisce a far partire un treno! :-)
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Eccolo qua: il biochar, ovvero la carbonella: interrarlo è l’azione esattamente contraria rispetto all’estrazione di carbone per bruciarlo nelle centrali termoelettriche. Interrare carbonella, come giustamente sostiene Lovelock, sarebbe un bene da vari punti di vista, ma dal lato dell’immissione di CO2 in atmosfera si tratta di uno sforzo sproporzionato rispetto agli consumi di carbone a scopi energetici. Pensate che la sola centrale Enel di Fusina (VE) brucia ogni anno oltre due milioni di tonnellate di carbone... ed è UNA centrale sola! Vi immaginate lo sforzo per sotterrare varie centinaia di milioni di tonnellate di carbonella all’anno in Europa? E’ come stare sul Titanic con un secchiello! Lovelock e altri ecologisti hanno lasciato Greenpeace proprio perché l’intestardirsi di quest’ultima contro il nucleare ha avuto e sta avendo come principale effetto il maggior consumo di combustibili fossili e quindi l’aumento di immissioni di CO2 in atmosfera con conseguenze climatiche di proporzioni infinitamente peggiori di quelle degli (evitabili) incidenti nucleari. Qui Greenpeace protesta giustamente contro la conversione a carbone di Porto Tolle http://www.9online.it/blog_emergenzarifiuti/2011/07/21/porto-tolle-blitz-anti-carbone-di-greenpeace-ma-i-dipendenti-enel-protestano/ e qui ci sono i dati (non aggiornatissimi) su Fusina http://www.arpa.veneto.it/spi/docs/10_ENEL_Fusina.pdf a cui Enel per fare bella figura e recuperare dell’idrogeno, (prodotto di scarto delle vicine inquinanti lavorazioni di plastiche PVC) ha affiancato una centrale ad idrogeno ampiamente pubblicizzata, anche con bugie. Un esempio? Ecco: http://www.enel.com/it-IT/media/news/fusina_rossi/index.aspx Notate: "una volta prodotto, è un combustibile tra i più ecologici". Già, ma bisogna produrlo, cioè non è una fonte di energia, ma un vettore! E poco dopo: " la comunità scientifica internazionale indica [l’idrogeno] come una delle opzioni strategiche su cui puntare per soddisfare in modo sostenibile la crescente domanda di energia". Ecco, vorrei conoscere qualcuno degli esponenti della "comunità scientifica internazionale" che sostiene questa corbelleria. E sia chiaro, Rifkin è un economista, non uno scienziato. L’idrogeno non si trova libero in natura e per poterlo ottenere in forma libera bisogna spendere più energia di quanta si possa poi recuperare dal suo utilizzo, che sia ricombinato in cella a combustibile o, ancor peggio, bruciato in una centrale termoelettrica come quella Enel. Infine, tornando al carbonio, "la cattura e il sequestro geologico della CO2" che viene propinata ad ogni occasione dalle industrie è un’altra mistificazione colossale. I volumi di CO2 prodotta sono enormi e anche dopo milioni di anni dalla chiusura i serbatoi sotterranei sarebbero ancora pieni di CO2 pronta a sfuggire e provocare migliaia di morti per asfissia. Non è chiaro perché questo crei meno preoccupazioni rispetto a qualche metro cubo di scorie solide... http://oggiscienza.wordpress.com/2011/08/01/nucleare-i-due-volti-dellasia/
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Se ho capito bene si propone l’eliminazione del denaro e la comunione di tutte le risorse, eliminando anche credito, debito e baratto che con il denaro non c’entrano nulla. In questo scenario come faccio ad andare dal vicino e chiedergli in prestito una zappa per zappare il mio orto? Mi par di capire che la zappa non è sua, ma di tutti, come pure il mio orto, quindi non lo lavoro per me e non ho diritto a tenere per me i frutti... quindi qual è il mio incentivo ad impegnarmi nel lavoro? Mi pare che per far girare un simile meccanismo servirà una potentissima organizzazione centralizzata al cui confronto il Partito Comunista Sovietico sembrerà un innocente gioco tra fanciulli.
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"non c’è abbastanza denaro per pagare le merci"??? Cioè ci sono merci (cibo, nella fattispecie) che vengono prodotte e non vengono vendute? E che il problema potrebbe essere risolto stampando più moneta? Ma se sono almeno tre anni che le banche centrali stanno inondando i mercati di valuta stampando a più non posso, soprattutto negli USA... Non mi pare proprio che si possa parlare di scarsità di denaro. Inoltre la proposta di Lietaer di istituire il "Terra" come valuta non mi pare che porterebbe a qualche soluzione.
In ogni caso il prezzo delle merci si stabilisce in base alla richiesta: se c’è poca offerta di denaro contro merce perché il denaro è poco sarà basso il prezzo di quella merce e viceversa quando l’offerta di denaro contro merce è abbondante il prezzo della merce sale. Di questo abbiamo esperienza continua tutti i giorni...
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Quel cibo non raggiunge le tavole perché altro cibo è più economico, non perché manchi il denaro per comprarlo. Per quanto denaro possa esserci l’ora di lavoro dell’agricoltore, del trasportatore e del commerciante non devono costare più di quanto il consumatore è disposto a pagare, quindi non è assolutamente un problema di scarsità di denaro, ma di convenienze. Se agricoltore, trasportatore e commerciante ricevono stipendi europei chiaramente non si potrà vendere la merce a chi ha stipendi da Africa nera. Dovrebbe quindi esser chiaro che il fatto che il denaro al mondo siano mille, un milione o un miliardo di dollari incide solo sugli zeri del prezzo nominale e non sulla proporzione tra un costo ed un altro o tra uno stipendio ed un altro. L’idea di distribuire denaro ai poveri mi giunge nuova, non mi pare se ne parlasse nell’articolo e tu nel commento scrivevi "scarsità delle valute", che è molto diverso.
Riguardo all’ultima frase nemmeno l’uomo ha bisogno di pagare per poter sopravvivere come gli animali: basta rinunciare ad avere tutto quello che gli animali nella foresta non hanno e, appunto, vivere come animali. Pare che ai più non piaccia...
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Quello che intendevo è che c’è anche per l’uomo la possibilità di vivere senza lavorare, scambiare, pagare, barattare, ad esempio vivere di caccia e raccolta come gli animali. Tra quello stile di vita ed il nostro ci sono molti gradini e varianti possibili, tuttavia "deve pagare per poter sopravvivere" è falso. Lavoriamo, scambiamo ed usiamo le monete come strumento di pagamento solo perché troviamo che questa soluzione sia più efficiente del baratto e permetta di sostenere una popolazione mondiale che la caccia e la raccolta non riuscivano a sostenere.
La vicinanza con l’ambiente, gli animali cacciati/allevati e la percezione della propria finitezza di fronte alla natura aiutava certamente i cacciatori/raccoglitori ad avere più rispetto (e paura) delle forze naturali, ma il rispetto e la meraviglia albergano anche negli animi di chi oggi studia le scienze. Non credo che si possa addebitare l’ignoranza scientifica della maggioranza alle storture del sistema monetario... :-)
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"Una idea può essere perfettibile, perfezionabile o comunque migliorabile" Certo, ma può anche essere semplicemente sbagliata. E se si pensa che è sbagliata è giusto ed onesto dirlo argomentando e senza scherno. Altrimenti il "pensare con la propria testa" va a farsi benedire. Tutto il tuo discorso sulla democrazia e sul votare facendo la spesa per contribuire ad affermare la propria scala di valori mi trova assolutamente d’accordo, così come concordo sulla distanza abissale tra le attuali opinioni della maggioranza e la realtà. Parte di questa distanza è causata da semplice ignoranza, ma buona parte deriva da false promesse di energia gratuita, soluzioni miracolose, tecnologie dietro l’angolo tenute segrete o osteggiate dai poteri forti o da complotti monetari che costringono gli uomini a lavorare... tutte idee che deresponsabilizzano il singolo che quindi si sente autorizzato a non impegnarsi in prima persona. In realtà invece l’unico cambiamento che sicuramente possiamo portare nel mondo sono i nostri comportamenti e le nostre scelte ragionate, non drogate da preconcetti e pubblicità.
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Come si fa a prendere sul serio un’affermazione come questa: "ad oggi il comparto della green economy fornisce il 20% del Pil totale e occupa il 27% della forza lavoro" ??
Il dato vero viene fuori dopo: "2.000 aziende venete riconducibili alla green economy che occupano circa 40.000 addetti" Quindi su 2’100’000 circa di lavoratori occupati in Veneto sono il 2% scarso... Quanto sia in crescita non lo so dire, ma non vedo molte offerte di lavoro nel settore e quanto all’incidenza sulla situazione occupazionale complessiva credo sia piuttosto esigua.
Il fatto poi che sia un settore ancora largamente dipendente dalle incentivazioni fa sì che i posti di lavoro non siano affatto sicuri e stabili. Credo che non si possa dimenticare facilmente quel che è successo a marzo con la sorpresina del ministro Romani.
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Se ho capito bene le 5 sterline e spiccioli sono solo per il 15% dell’energia consumata dall’auto ed il titolo è discretamente fuorviante. Non si capisce neanche quanti km faccia la sua Leaf con un kWh.
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Bello, ma che facciamo? Proponiamo di costruire villaggi solo in località che hanno vento e salti d’acqua disponibili e ridurre la popolazione di conseguenza? "smart grid" significa che la rete deve essere pronta ad accendere una centrale a carbone quando cala il vento e la nuvola non se ne va? Al momento è esattamente questo che si fa. Questo villaggio ha ancora MOLTO bisogno della rete elettrica e stanno pensando solo ora a qualche metodo per immagazzinare l’energia quando la producono in eccesso e tirarla fuori quando serve. Non fraintendetemi, mi fa piacere che vengano prese iniziative lodevoli, quel che mi disturba è che vengano spacciate per soluzioni facili ed economiche.
Ah, non ho capito cosa si intenda per "sistema naturale di controllo delle inondazioni": qualcuno può spiegarlo? Grazie!
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Quel che sottolineavo è che 1) è una soluzione fattibile lì grazie ad una abbondanza di vento e acqua che in molti altri luoghi non c’è 2) dato che l’accumulo tramite pompaggio in bacini idroelettrici è già al limite delle capacità (e nuove dighe non le vuole nessuno) finora ogni volta che aumentano le fonti intermittenti aumenta anche la quantità di termoelettrico, dato che non è accettabile lasciare una nazione "al buio". Quindi se non fosse un caso isolato ci sarebbero problemi sia sulla rete elettrica (instabilità) sia nel bilancio economico dato il peso elevato degli incentivi, che è sopportabile solo finché gli impianti sono pochi.
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Sono stato impreciso: la consequenzialità è diretta e per "quantità di termoelettrico" intendevo "potenza termoelettrica installata". Non mi riferivo alla copertura del carico elettrico di base, svolto con le tradizionali centrali a carbone e nucleari, bensì alla necessità di far fronte alla potenza richiesta momento per momento senza poter contare sulle fonti intermittenti e non programmabili. La conseguenza è che più fonti intermittenti abbiamo e più dobbiamo avere fonti affidabili da accendere quando le intermittenti vengono a mancare. Questo ruolo oggi è affidato all’idroelettrico a bacino ed alle turbogas. Nuovo idroelettrico a bacino non se ne può costruire... bisognerebbe considerare la strada di accumulare energia direttamente presso gli impianti fv ed eolici, ma i costi salgono molto e le efficienze calano. http://aspoitalia.blogspot.com/2011/07/rinnovabili-intermittenti-limite-di.html
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L’idea di esportare in India delle bottiglie in pet è una follia economica, infatti NON succede. Il pet differenziato viene riciclato in Italia, quello che finisce nell’indifferenziato (perché buttato nel rifiuto secco) viene bruciato. Affittare una nave per portarlo a migliaia di km di distanza non ha senso. Mi pare anche insostenibile l’idea che le aziende di gestione degli acquedotti americani siano indebitate perché gli americani non bevono l’acqua del rubinetto: si vuol forse sostenere che di fronte alle centinaia di litri al giorno consumati da un americano medio l’azienda di gestione va in passivo se mancano all’appello due litri?? Il consumo di acqua per alimentazione umana è talmente piccolo che è stato usato evidentemente solo come un pretesto anche nei recenti referendum. Mi spiego: se tutti gli italiani bevessero 2 litri d’acqua al giorno sarebbero appena 120’000 metri cubi. I 253’000 residenti nell’area servita da AltoVicentinoServizi invece consumano in media 195 litri al giorno ciascuno. Ciò significa che l’acqua da bere sarebbe al massimo l’1% dei consumi, se tutti ne bevessero due litri al giorno. Quella secondo me è la dimensione del "diritto fondamentale". Poi c’è un diritto anche ad avere l’acqua per usi sanitari e pulizie (50 litri al giorno?), poi c’è tutto il resto dei consumi (la maggioranza) per i quali a mio avviso l’acqua è semplice merce.
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Non è mai l’invenzione o la tecnica ad essere dannosa, ma solo l’uso che se ne fa. Le bottiglie di plastica sono molto utili E molto dannose solo in base all’uso.
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"anche in questo caso HTBG rappresenta comunque una scelta green" Cosa sarebbe HTBG??
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Il debito non è l’esatto opposto del credito, ma la sua naturale ed ineliminabile controparte. Non esiste un credito mio se non c’è un debito di qualcuno nei miei confronti, quindi "impostare un’economia sul credito" ed "impostare un’economia sul debito" sono esattamente la stessa cosa. Inoltre debito e credito non hanno nemmeno bisogno del denaro per esistere...
Poi mi pare un’aperta ed evidente contraddizione dichiarare di voler abbandonare la religione della crescita facendo crescere la base monetaria.
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Un bell’oggetto dalla scarsa utilità propagandato in modo fuorviante. Grossi difetti: Le celle fv si scaldano molto se esposte al sole diretto e producono poco se ricevono solo luce riflessa, quindi o metto al sole il pc per caricarlo e nel frattempo non lo adopero, tutti i componenti si cuociono col calore e le plastiche si deteriorano velocemente con i raggi uv oppure me lo tengo all’ombra e non ottengo quasi nulla di energia. In ogni caso per allungare "di circa 1 ora l’autonomia per ogni 2 ore di luce catturata" serve avere a disposizione la luce africana. Per chi pensa di usarlo sotto il sole faccio notare che l’aumento di luminosità necessario per rendere leggibile lo schermo è più o meno pari all’energia catturata dalle celle fv. Una scelta più sensata sarebbe stata rendere staccabile il pannello fv in modo da poterlo posizionare al sole e con l’inclinazione ed orientamento ottimale senza esporre agli uv le parti più delicate, cioè pc e utente. Certo, una manovella che aziona una dinamo sarebbe stata enormemente più efficace, ma non fa chic come il fotovoltaico...
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Ecco, basta questa frase a qualificare l’intera relazione "non esistono barriere né di tipo tecnico né tantomeno economiche per giungere a una fornitura energetica basata sulle rinnovabili a livello globale" Le barriere economiche ci sono eccome e le barriere tecniche pure. A meno che non ci spieghino quali strumenti economici e tecnicamente fattibili ci permetterebbero di accumulare e ridistribuire secondo l’andamento della richiesta l’energia che sole e vento producono in modo non programmabile. Sappiamo farlo solo con gli invasi ed il pompaggio, ma non mi pare ci sia la disponibilità di altre valli da riempire di dighe, né che costi poco. L’alternativa è tenere di riserva le centrali turbogas e neanche questo è gratis. Continuando ad affidarsi a visioni così irrealistiche non si favorisce nient’altro che il continuo ricorso ai combustibili fossili. :-(
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La rete non è una magia e la smart grid non è comunque in grado di immagazzinare energia, quindi la richiesta di energia non varia di una virgola per il fatto che le fonti siano diffuse o concentrate. Diversamente dal fotovoltaico il solare termoelettrico ha delle economie di scala notevoli e di conseguenza gli impianti sono grandi. Poi se si va a vedere la taglia si nota che solo il più grande (che è la somma di quattro unità) da 1000 MW pareggia la potenza di una normale centrale termoelettrica o nucleare, quindi è evidente che se vogliamo spegnere una centrale a carbone dobbiamo accenderne una di potenza paragonabile. Quanti piccoli impianti fotovoltaici distribuiti servirebbero per raggiungere lo stesso risultato? E quanto sarebbe più costoso? 2 volte, 3 volte più costoso?
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Significa che è una mistificazione parlare di reti intelligenti attribuendo loro il potere magico di risolvere i problemi. L’accumulo di energia è svolto da impianti che non sono parte della rete e non sono di proprietà del gestore di rete, ma sono solamente collegati alla rete. Attualmente l’unica tecnologia che consegue risultati consistenti è l’idroelettrico a pompaggio, il resto è ancora molto lontano nel tempo ed estremamente diseconomico.
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Scusate, ma questa mi puzza tanto da "marchetta": "Eccellenti esempi si hanno con Toyota (impianto solare fotovoltaico per alimentare lo stabilimento di produzione della Auris Hybrid) o con Nissan (impianto eolico per alimentare lo stabilimento di produzione della Leaf elettrica)."
Avete idea dei consumi elettrici di uno stabilimento industriale? Un impianto fotovoltaico sul tetto o qualche "ventilatore" piazzato intorno servono solo come operazione cosmetica: se autoproducessero l’1% dell’energia che consumano sarebbe già sorprendente!
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Si parlava di energia consumata nella produzione di automobili, mentre il dato evidenziato anche nel tuo link del 15-20% del fabbisogno riguarda l’edificio in questione... che non è una fabbrica Toyota, ma... un magazzino! http://en.wikipedia.org/wiki/Toyota_Motor_Europe#Parts_Logistics_Centres Ora credo che sia evidente a tutti il diverso consumo elettrico di uno stabilimento con macchinari di produzione e di un magazzino logistico.
Nissan è un esempio migliore: in quello stabilimento si producono realmente auto, ma anche qui bisogna fare attenzione prima di ala gran parte del consumo energetico non sta nell’assemblaggio, ma nella fusione e lavorazione dei componenti metallici, nello stampaggio delle plastiche e in generale nella produzione dei componenti che, come sappiamo, sono generalmente delegati ai fornitori. Quindi quel 6% non lo possiamo prendere come una misura della decarbonizzazione dell’intera produzione di autoveicoli Nissan di quello stabilimento.
Ti ringrazio dei link, ma mi pare che supportino la mia impressione che siano davvero piccoli passi.
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Credo che tra le barriere (tecnologiche o non tecnologiche) alla diffusione del solar cooling ci siano anche i costi. Ad esempio quanto costa l’aggiunta di un assorbitore ad un impianto solare termico? E’ necessario prevedere un aumento anche della superficie captante? e qual è la taglia minima degli assorbitori?
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Proponiamo un bel referendum per mettere al bando tutta l’industria chimica? No? E perché nemmeno Greenpeace lo propone? Forse perché i vantaggi della chimica sono più evidenti di quelli del nucleare?
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I livelli delle falde acquifere non sono proprio in "continuo calo". Le piogge abbondanti dell’autunno scorso (immagino ricorderete le alluvioni) hanno fatto salire molto il livello delle falde, tanto che in alcune zone del Vicentino sono da mesi allagati i garage seminterrati che nel decennio scorso erano stati "serenamente" realizzati. Riguardo agli sprechi l’acqua si spreca perché costa troppo poco. E la tendenza è di non tenere basse le tariffe per far contenta la popolazione ripagando il resto dei costi tramite la fiscalità generale. Un pregio della privatizzazione del servizio idrico sarebbe che la tariffa dovrebbe necessariamente coprire tutti i costi.
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Meneguzzo nel suo calcolo applica l’abbassamento misurato sulla Borsa Elettrica a tutta l’energia consumata in Italia, ma non spiega quanta passa realmente per la Borsa Elettrica e quanta invece viene scambiata sulla base di accordi con l’Acquirente Unico. Siamo sicuri che TUTTI i produttori di energia ricevano il prezzo della borsa elettrica? A me non risulta e questo conteggio continua a non tornarmi, come pure l’affermazione che il vantaggio superi il costo dell’incentivo in Conto Energia.
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Grazie Sergio di questo bel post e soprattutto dell’invito sempre valido ad impegnarsi per capire, riflettere, calcolare... Mi pare che quest’invito sia ogni giorno più necessario! Le perdite di efficienza in un motore endotermico sono combustibile incombusto, calore dei fumi, attrito radente, resistenza dei condotti di aspirazione e scarico ed infine attrito volvente dei cuscinetti sugli alberi. Di tutti questi a prima vista in un motore elettrico c’è solo l’attrito volvente dei cuscinetti, cui vanno sommate le perdite per effetto joule sui conduttori che, se le sezioni sono adeguate, dovrebbero essere piccole. Dalle tue parole deduco però che esistono altre perdite (legate al campo magnetico indotto?) o che le perdite per effetto joule sono significative. Puoi fare chiarezza su questo? Grazie mille e buona giornata!
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Le modalità della presentazione gettano enormi dubbi sull’affidabilità dei personaggi e delle loro affermazioni. Ricordo che moltissimi scienziati di molti paesi, specialmente il Giappone, hanno dedicato enormi sforzi per venire a capo del fenomeno che ad oggi non è ancora accertato. Mi spiego meglio: non è che "non si capisce come funziona", ma proprio "non si capisce se il fenomeno esiste". Questo potrebbe essere quindi alternativamente - un grande passo avanti - un’illusione in buona fede - un tentativo di frode sul genere del tubo Tucker
Restiamo in attesa
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@Pietro: Ogni giorno c’è qualcuno che dice di aver trovato lo Yeti o la chiave per il moto perpetuo, la "free energy" e simili. Non mi sorprende che anche i mezzi d’informazione abbiano usato una certa cautela. Gli stessi interessati hanno specificato che non sanno cosa esattamente succeda nella macchina e (forse furbamente) non hanno fatto grandi proclami. Se volessi attirare investitori senza espormi ad accuse di truffa credo che farei lo stesso. Detto questo, quoto in pieno il tuo "speriamo bene".
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"Questo record è stato possibile grazie alla diffusa installazione di nuovi impianti solari, eolici ed idroelettrici" Le mie informazioni sono diverse. Mi risulta che ben 6 dei 7 punti percentuali di incremento delle rinnovabili siano stati originati da un anno particolarmente piovoso che ha consentiti di sfruttare l’idroelettrico esistente per produrre oltre un terzo più energia dell’anno precedente. Il che significa che l’anno successivo se le precipitazioni torneranno in media quell’energia non ci sarà. L’incremento delle installazioni, soprattutto di eolico sulla costa atlantica, ha portato ad un 1% in più di rinnovabili nel mix spagnolo. Ed i picchi di potenza dovuti alla variabilità di una fonte possono essere più un guaio che un vantaggio. E’ presto, troppo presto per cantare vittoria...
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Giro un contributo dell’ing. Carlo Lommi inserito in una analoga discussione su linkedin: []...consiglio la lettura delle premesse alla delibera AEEG 34/11, aggiornamento degli oneri generali di sistema per il 2Q11.
http://www.autorita.energia.it/allegati/docs/11/034-11arg.pdf
Nelle tabelle
http://www.autorita.energia.it/allegati/docs/11/034-11argtab.xls
puoi saggare la consistenza dell’A3. Come ho scritto altrove (un altro gruppo, non vorrei che qualcuno mi cazziasse per cross-posting!) il peso dell’A3 sulla spesa per l’energia elettrica di clienti industriali non è poco e non è assolutamente trascurabile. Può esserlo per un cliente domestico, ma per un semplice motivo. L’energia elettrica che compro a casa è vista per adesso come un’imposta che devo pagare e su cui non discuto (per adesso, lo stesso punto di vista c’era nell’industria ai tempi del monopolio elettrico). Non vado a sindacare quanto a casa paghi di A3, UC13 o AZ78. Invece nelle aziende la corrente elettrica è ormai una materia prima e purtroppo i centri di costo che non possono essere ridotti (tipo gli oneri generali di sistema) stanno aumentando sempre di più. Per utenze in AT con range di prelievo da 4 a 40 MW il peso dell’A3 sull’imponibile va dal 10% al 6% (non è completamente lineare in funzione del consumo, l’incidenza, ma è di tipo asintotico) e circa la metà dei soli costi di trasporto, distribuzione e misura. E non vado molto lontano dal vero se immagino un sito industriale, con un impianto FV di poche centinaia di kWp, il cui incentivo ricevuto in un anno è quasi uguale all’A3 pagata in due mesi sull’energia prelevata dalla rete.
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Maquillage. Nel frattempo, sempre in Cina, sono in costruaione 27 centrali nucleari
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Come dici tu non ci si può scostare di tanto, m a si può tranquillamente aggiungere un 10% e truffare migliaia di euro con una certa tranquillità. Naturalmente non è il caso di spiegare a tutti come, ma sai anche tu che non è complesso. Forse sai anche che azimut e tilt vengono di solito rilevati con una discreta tolleranza e la qualità dei moduli montati può essere anche molto diversa, fino a giungere anche ad un 15% di differenza. Alcuni produttori organizzano piccole gare tra gli installatori per l’impianto più efficiente dell’anno...
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Per avere conseguenze sulla salute una persona dovrebbe bere in un giorno 10 litri di acqua contenente trizio. 73 metri cubi di acqua contenente trizio in un lago di miliardi di miliardi di metri cubi è una dose omeopatica e non rilevabile neanche con i più sensibili strumenti. La differenza tra una banana e un container di banane è ben chiara a chiunque, ma quando c’è di mezzo la radiazione le quantità spariscono... Lo sapete che le banane sono radioattive? http://it.wikipedia.org/wiki/Dose_equivalente_ad_una_banana
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Reputo Rubbia una persona preparatissima in fisica e energetica, qualcosina meno in economia, ma soprattutto mi dà l’impressione di essere una persona onesta. Mi pare che l’articolo non riporti integralmente il suo pensiero. Riguardo a scorie e ritrattamento Rubbia ne parla qui: http://www.youtube.com/watch?v=SALsYKE5wsU#t=4m17s E sostiene che nel mix ci possa essere anche il nucleare. Qui informazioni sul suo design di un reattore ADS http://it.wikipedia.org/wiki/Rubbiatron
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"E’ una tecnologia messa a punto"... "nel 2016". E i conduttori come si applicano? E quanto dura prima di perdere efficienza? Le soluzioni al succo di mirtilli di cui ci hanno parlato in passato avevano costi di produzione bassi, ma una durata limitatissima. E queste nanoparticelle metalliche? Mi pare una buona ricerca, ma ancora molto lontana da risultati applicabili.
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Ogni giorno nascono polli da spennare, ma non tutti i giorni nasce un gallo in grado di spennarli :-D
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Una follia totale! Come si fa ad aver paura della radioattività e a non temere una simile bomba a gas? Basta una piccola fuoriuscita per soffocare in due minuti tutti gli abitanti dei piani bassi di una città, silenziosamente e senza che nessuno si accorga di nulla, in un qualsiasi momento da oggi a un milione di anni nel futuro... Per non parlare della possibilità che si apra una faglia in seguito ad un terremoto: allora non si parlerebbe più di una città, ma di una provincia soffocata.
L’unico modo sicuro di sequestrare CO2 è seppellire biomassa vegetale.
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Una correlazione non è un rapporto di causalità. Il primo pensiero leggendo l’articolo è che c’è un effetto di selezione: mentre l’articolo dice "chi possiede un’automobile efficiente e quindi a bassi consumi di carburante tende a fare più strada" io posso sostenere ragionevolmente che "chi fa più strada tende a comprare un’automobile più efficiente". Qual è l’uovo e quale la gallina? :-)
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Occhio alle unità di misura!! L’energia si misura in Joule (J) o Wattora (Wh), mentre il Watt (W) è una unità di potenza. Poi 200 km quadrati sono cosa ben diversa dal quadrato di 200 km di lato che servirebbe. Sono 40’000 km quadrati! 100 metri quadri sono un appartamento, un quadrato di lato 100 metri è un campo di calcio...
E resta il problema di come far resistere i moduli alle tempeste di sabbia, di come sorvegliare 800 km di perimetro e migliaia di chilometri di elettrodotto per evitare che con 100 euro di esplosivo il più sprovveduto dei terroristi riesca a mettere in ginocchio un intero continente...
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Mah... io non vorrei dovermi trovare a frenare sopra ad un vetro bagnato... e poi quanta energia si spenderebbe per tener puliti dalla polvere dei moduli posati per terra in orizzontale? Mi sembra veramente un esperimento poco sensato. Costa enormemente meno realizzare impianti su cui non si debba camminare sopra e che essendo orientati ed inclinati correttamente producono molto di più.
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Nel frattempo Greenpeace sul suo blog nemmeno nomina Sea Sheperd...
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Mi par di capire che si indicano le emissioni derivanti dalla combustione, ma non vedo accenni alla CO2 assorbita dalla corrispondente coltivazione. Il report della UE ne parla? Si può avere un link? Grazie! Certo che diminuire la sete delle auto dei ricchi aumentando la fame dei poveri è già da solo un motivo per rimettere in discussione l’approccio. Nell’UE mi parsia e ormai all’1% la componente bio che per legge deve essere presente nei carburanti venduti alla pompa. Chissà se la UE prenderà le opportune decisioni ora.
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"Il vento soffia forte di notte"?? Mah! Ho scorso i due pdf e non ho trovato indicazioni di costo e fattibilità dell’enorme numero di dighe idroelettriche necessarie per l’accumulo energetico proposto per far fronte all’intermittenza di sole e vento. Certo, il problema è sociale: nessuno vuole avere corrente intermittente e cara. Faccio notare che come fattore di capacità del fotovoltaico hanno usato 21%, che mi sembra molto ottimistico, ma voglio portare all’attenzione una frase dell’abstract che riassume le dimensioni dell’impegno previsto: We estimate that 3,800,000 5 MW wind turbines, 49,000 300 MW concentrated solar plants, 40,000 300 MW solar PV power plants, 1.7 billion 3 kW rooftop PV systems, 5350 100 MWgeothermal power plants, 270 new 1300 MW hydroelectric power plants, 720,000 0.75 MW wave devices, and 490,000 1 MW tidal turbines can power a 2030 WWS world that uses electricity and electrolytic hydrogen for all purposes.
Un miliardo e settecento milioni di impianti FV... Tre milioni di pale eoliche da 5 MW... esistono così tanti siti ventosi? E ci sono sulla Terra 270 siti per dighe idroelettriche da 1300MW?? Boh, mi pare tanto un concentrato di sogni.
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Per confronto con le 270 dighe da 1300MW sognate dai due ingegneri la diga di Assuan ha una potenza di 2100 MW... Credo che sia chiaro che i siti adatti a dighe di questa potenza o sono già stati sfruttati oppure non vengono sfruttati perché allagherebbero delle regioni abitate. Della rete elettrica dobbiamo certamente preoccuparci, ma non possiamo nemmeno caricare troppe aspettative sulle "Smart grid": i cavi non potranno mai fare stoccaggio di energia, servono altri elementi che svolgano quella funzione. Finora abbiamo praticamente solo i bacini di pompaggio per questo scopo. Le tecnologie future forse ci aiuteranno, ma non possiamo contarci con sicurezza dato che ciò che dobbiamo ancora scoprire è per definizione un’incognita.
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Tra i pochissimi ecologisti che si sforzano di produrre numeri e proporre la loro visione sulle fonti energetiche c’è EnergoClub che in un suo documento dichiara di ritenere fattibile l’installazione di 12’000 MW di impianti di digestione anaerobica che potrebbero produrre 90 TWh annui. Secondo loro è fattibile partendo da biomassa di scarto e senza grossi movimenti di camion, a me sembra una grossa esagerazione come quella di ricoprire di fotovoltaico l’1% di tutto il territorio del Sud Italia... Qui trovate il documento http://www.energoclub.it/doceboCms/page/307/Programma_energetico_nazionale.html
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Chissà che finalmente si cominci a fare informazione anziché propaganda pro o contro. Sembra impossibile che in Italia si pensi che ecologia e nucleare siano in contrasto e nel frattempo per non usare il nucleare si bruci il carbone, che causa mille volte più morti oltre a diffondere enormi quantità di CO2. E’ illogico che si continuino a fare confronti insensati tra nucleare e fotovoltaico che non sono affatto contrapposti. E’ normale che non si sappia che all’estero ci sono molti ambientalisti favorevoli al nucleare, dato che l’informazione italiana è rivolta quasi totalmente agli affari interni. Ma è paradossale che non ci si accorga che i verdissimi Finlandesi stanno facendo ricorso al nucleare e nonostante l’incubo ingegneristico di Olkiluoto3 abbiano già deciso di realizzare anche Olkiluoto4. O che i Giapponesi che hanno subito Hiroshima e Nagasaki siano grandissimi utilizzatori di energia nucleare. Come è triste che la questione venga affrontata senza degnarsi di dedicare un secondo a comprenderla. Ad esempio senza infilarsi in analisi sull’attendibilità di questo o quello studio, semplicemente quanti sanno che cosa sia la radioattività? Mangiamo in piatti di ceramica radioattivi e le banane sono radioattive, lo sapevate? E’ pure stato inventato il concetto di "dose equivalente ad una banana": http://it.wikipedia.org/wiki/Dose_equivalente_ad_una_banana E’ triste anche che nessuno spieghi che un isotopo che ha un tempo di dimezzamento di un giorno è più radioattivo di un altro che ha tempo di dimezzamento di una settimana, quindi un elemento "radioattivo per 24’000 anni" vuol dire anche "poco radioattivo" rispetto ad esempio al radon che abbiamo in casa che ha un tempo di dimezzamento di 92 ore. E a proposito di scorie sapete che nelle ceneri di una centrale a carbone c’è abbastanza uranio da far funzionare una centrale nucleare? E che il "problema senza la soluzione" della lunga vita delle scorie può essere risolto con i reattori ADS come il Rubbiatron proposto da Rubbia? Io spero che si cominci a parlarne ampiamente.
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@Giuseppe: Condivido quasi tutto: le scelte tecniche dovrebbero essere gestite da chi ne ha l’onestà e le competenze necessarie ed un referendum tra elettori disinformati non è una buona cosa. Riguardo ai finanziamenti sottolineo che secondo me l’industria nucleare per essere competitiva con gli attuali prezzi del petrolio non ha bisogno di alcun finanziamento pubblico e non deve riceverne, anzi, deve essere gravata di tutti i costi necessari per evitare le esternalità. Lo stesso approccio vorrei vederlo applicato al termoelettrico e alle sigarette. Riguardo ai finanziamenti ricordo che c’è anche un altro modo per dirigere il mercato: le imposte. In linea teorica applicare una tassa sulle emissioni di CO2 equivale a dare un contributo a tecnologie meno emissive... poi la pratica può rivelarsi più complessa.
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Credo che la cattura della CO2 resterà improponibile anche dopo il 2030: i volumi in gioco sono ENORMI ed il pericolo di un deposito di CO2 non è da sottovalutare: una fuga di CO2, che è denso ed inodore e quindi ristagna al suolo senza dare segno di sé può asfissiare in silenzio persone ed animali. Eventi di questo tipo sono successi anni fa in Africa per cause vulcaniche.
Quello che Greenpeace non fa, dopo aver stilato questo bel documento, è prendere atto che il carbone con le sue enormi emissioni gassose e pulviscolari è un nemico peggiore del nucleare, in cui le scorie sono poche e solide. Il Carbone in Italia fa ogni anno più morti di Chernobyl. Purtroppo sostituirlo con le rinnovabili è un’altra illusione allo stato attuale delle tecnologie, soprattutto per la questione dello stoccaggio e dell’intermittenza.
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Hai in parte ragione: parlando di rivoluzioni energetiche radicali si punta molto lontano, soprattutto per lo stoccaggio ad alta potenza e capacità che ora non sappiamo come fare. Ma i piani energetici per il prossimo futuro non possono basarsi su tecnologie ancora da inventare ed infatti tutti i paesi che non hanno abbondanza di fonti rinnovabili ed economiche hanno messo in progetto o stanno realizzando centrali nucleari perché ritengono che evitare inquinamento dell’atmosfera ed emissioni sia prioritario. Il che non significa penalizzare le rinnovabili: la contrapposizione non ha senso ed all’estero ci sono importanti movimenti ambientalisti favorevoli al nucleare. I nomi di alcuni esponenti dovrebbero far riflettere: James Lovelock per dirne uno.
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Occhio Giuseppe! I produttori di ibridi ci hanno già abituato a sparate clamorose sui consumi indicando il consumo di carburante su 100 km di cui i primi 40, 60 o anche più percorsi con la carica delle batterie. E’ un dato chiaramente fuorviante perché, anche se non falso, è estremamente parziale. Sarebbe necessario indicare anche la capacità della batteria. Trovo strano poi l’accenno ad un cambio a 7 rapporti: un motore elettrico non dovrebbe avere difficoltà a farne a meno. Se poi l’autore troverà il tempo di tradurre in italiano questo articolo, gliene saremo grati.
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Splendida auto e buono il reportage, cui manca solo di specificare che queste auto sono definite "ibridi seriali" in contrapposizione agli "ibridi paralleli" come la Prius. Nell’ibrido seriale il motore termico serve solo a produrre energia elettrica, mentre nell’ibrido parallelo serve a far girare le ruote, quindi ha bisogno di cambio, trasmissione, frizione e lavora a regimi variabili. Tutti questi aspetti sono eliminati dagli ibridi seriali con il relativo risparmio in peso. Le 4 ore per la ricarica completa nelle normali case italiane con contratto da 3Kw impongono di spegnere tutti gli altri apparecchi di casa per non far scattare il contatore elettronico Enel e restare al buio.
Concordo con Giuseppe sulla necessità di incentivare queste auto _almeno_ quanto quelle a metano o GPL, ma faccio anche notare che spostare la mobilità da fonte idrocarburi a fonte elettrica aumenterà la nostra necessità di energia nucleare, italiana o importata.
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Ho visto quel reportage, che però mi risulta chiuso ai commenti, altrimenti avrei esposto la mia opinione riguardo al problema scorie che Rubbia (non l’ultimo degli ignoranti) sostiene si possa risolvere con gli ADS ad un costo per l’Italia di appena 500 milioni di euro. La campagna di Greenpeace e questo video in particolare sono sempre sulla linea del terrorismo psicologico e non disdegnano le bugie pur di tirare acqua al proprio mulino. E del resto la paura fa raccogliere molti più fondi del ragionamento. l’energia che definisci "persa" durante la notte è quella che le centrali termoelettriche non producono. Se dovessimo bruciare a pieno regime anche di notte avremmo ancora più morti per l’inquinamento dell’aria, ancor più C=2 nell’atmosfera, ancor più deficit con l’estero per l’importazione di combustibili... Io visti i numeri sarei favorevole a sostituire tutte le centrali a carbone e ad olio pesante con centrali nucleari. Qualche numero che fa riflettere si trova qui: nextbigfuture.com/2008/03/deaths-per-twh-for-all-energy-sources.html
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@Sergio Capraro: Fermo restando che i dati di consumo sono sempre un pochino abbelliti prima di darli in pasto alla stampa, c’è un elemento interessante che passa inosservato. Un motore endotermico che lavora al regime di coppia massima, come fanno gli elettrogeneratori, ha un’efficienza molto maggiore rispetto ad un motore che deve girare a regimi molto variabili come in un’auto. Inoltre la progettazione è semplificata e l’ottimizzazione ad un certo regime di giri aiuta ad ottenere efficienze maggiori. La conversione meccanica-elettrica del generatore prima e poi elettrica-meccanica del motore di trazione credo possano portar via un 2-5% ciascuna.
Riguardo alla potenza massima il limite del motore elettrico per brevi periodi (30 secondi?) è intorno al doppio della sua potenza nominale. Il limite di potenza fornibile al motore è dato dalla capacità di scarica della batteria più la potenza del generatore, ma quest’ultimo è relativamente piccolo negli ibridi seriali.
La riduzione dei consumi in generale viene da: - pesi ridotti (di poco, perché l’assenza di gran parte della trasmissione, in particolare il cambio, e le ridotte dimensioni del motore endotermico sono compensati dal peso delle batterie) - assenza di assorbimenti/consumi in rilascio, in sosta in coda, ai semafori - maggiore efficienza del motore endotermico che lavora a punto fisso - parziale recupero energetico durante le frenate (solo per quelle dolci in pratica) e le discese. Buona Pasqua!
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Per completezza direi che accanto alle foto macabre dei cani mancano le foto dei bambini malati di cancro che attendono le cure cui stanno lavorando i ricercatori che fanno sperimentazione animale su topi e cani. Ma chiaramente mettere il discorso sul piano razionale minerebbe la spinta emotiva che tiene in piedi questa operazione mediatica. Alcuni miei appunti: 1) i cani utilizzati non vengono tutti uccisi come vorrebbe far credere l’autore, anzi, vengono dati in adozione dopo i test. 2) la "vivisezione" o meglio "sperimentazione animale" non si pratica a Green Hill ed anche chiudendo quell’allevamento (che non è nemmeno l’unico in Italia) le pratiche sperimentali non cambierebbero di una virgola: gli animali verrebbero semplicemente comprati altrove. 3) la Asl fa controlli frequenti in Green Hill e non trova mai nulla di contrario alle leggi. Forse invece di mandare pallottole e minacce a sindaco, polizia e asl il movimento contro Green Hill dovrebbe concentrarsi sul far cambiare le leggi... o forse dovrebbero guardare anche come stanno i cani in tutti gli altri canili d’Italia... Se poi qualcuno vuol vedere com’è il canile gestito dall’associazione di Vittoria Brambilla e fare dei confronti trova il video qui: http://www.youtube.com/watch?v=aGVTC8-7urw Che facciamo, chiudiamo anche quello? 4) "capire l’enormità del problema vivisezione"... E l’enormità del problema delle malattie di cui si cerca una cura? Pare che milioni di malati meritino meno compassione di alcune migliaia di cani! Avete proposte per metodi alternativi? Presentatele, ma magari prima cercate di capire i limiti che hanno le analisi in vitro e le simulazioni e non dite che la sperimentazione animale "serve a risparmiare" o che esistono "farmaci non testati". E le cure per le malattie animali? Qualcuno pensa che non vengano testate? 5) A parte le violenze gratuite citate sono responsabilità (anche penali) dei singolo, vorrei sottolineare che "sezionati a cuore battente"... è esattamente quello che si fa negli ospedali con i pazienti: chirurgia. E’ così che si sono sviluppate le tecniche per i trapianti d’organi, ad esempio. Le leggi sulla sedazione ci sono e mi risulta vengano applicate. 6) se qualcuno fa legalmente qualcosa che non ci piace mi pare che dovremmo cercare di cambiare la legge, non di imporre la nostra visione con la forza come sta cercando di fare il movimento. Se qualcuno vuole rifletterci su qui può trovare molti spunti http://difesasperimentazioneanimale.wordpress.com/2011/12/22/letica-non-e-emotivita/
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Le manifestazioni per una buona causa vanno sostenute, certo, ma la causa deve essere buona e giusta. Bloccare la sperimentazione animale sull’emozione di qualche immagine cruenta facendo pensare che tutta la sperimentazione preveda sofferenza e morte e senza proporre alternative valide significa mettere una pietra sopra alla ricerca farmacologica e chirurgica. In pratica chi ha malattie per cui le medicine ci sono già se ne frega di quelli che invece attendono una cura e preferisce che i topolini non soffrano... O meglio, non soffrano nella ricerca scientifica, perché poi come muoiono soffrendo quando si fanno le derattizzazioni dei quartieri non interessa a nessuno. Quelli sono topi di serie b, mica sono bianchi e coccolosi come le cavie di laboratorio. La direttiva UE comunque al contrario di quanto indicato da "il fatto quotidiano" impone la sedazione e la riduzione al minimo del dolore. Ma è solo una delle tante bugie che vengono continuamente ripetute e che finiscono per avere lo status di "verità"... Un’altra è quella dei "metodi alternativi"... Se qualcuno saprà finalmente trarre qualche risultato dai metodi sbandierati come "alternativi" ma in realtà solo "complementari" alla sperimentazione animale ben venga, voterò per cambiare la legge. Solo che non ce ne sarà neanche bisogno: la sperimentazione sugli animali è molto più costosa di qualsiasi tecnica di simulazione o in vitro su tessuti o colture di cellule, quindi quando sarà una vera alternativa saranno le stesse aziende ad abbracciarla per ridurre i propri costi ed aumentare i profitti. Sull’argomento ti segnalo questo articolo: http://difesasperimentazioneanimale.wordpress.com/2012/01/09/lassurdita-dei-metodi-alternativi/ Ciao
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Ciao Beppe! "Il Fatto Quotidiano" ospita articoli di molti autori e ogni autore ha una sua competenza, credibilità e oggettività, quindi non è "il fatto" a scrivere qualcosa di giusto o sbagliato, ma l’autore. Vanna Brocca non mi pare che metta lo stesso impegno di Bressanini nell’analizzare i fatti prima di esprimere la sua opinione...
- quanto è lecito trattare altri esseri senzienti come cavie da laboratorio? Un cristiano ti direbbe che Dio ha messo l’uomo sopra le altre creature, invece io che non credo in una vita dopo la morte dico solo che per salvare la mia ragazza, mio fratello o un figlio di un amico non esiterei a portare un’intera specie di topi all’estinzione. Non uno o due animaletti... trovo incommensurabilmente più preziosa la vita mia o di un mio caro rispetto a quella di un animale.
- quanto posso fidarmi di un mercato (quello della vivisezione e test sugli animali) basato sulla logica del profitto economico? Quanto di tutti gli altri mercati. Non fidarti affatto! Cerca le informazioni che ti consentono di farti un’idea personale. Io quando mi è impossibile chiedo ad amici che ritengo più addentro alla questione e se comunque non arrivo a formarmi un’opinione sospendo il giudizio. Vedo che molti non fanno così e di conseguenza credo che sia un errore sottoporre a referendum argomenti tecnici su cui il 95% della popolazione ignora tutto, ad esempio nucleare e staminali.
- Chi mi dice che non vivisezionino animali per trovare cure per l’obesità per i ciccioni fratelli americani piuttosto che per creme o cremine di bellezza per rendere più soffice la pelle? (guarda un po’ ci sono campagne animaliste un po’ in tutto il mondo proprio contro i test dei prodotti cosmetici sugli animali)
La normativa europea esclude già la ricerca su animali per i cosmetici. In ogni caso se una norma dice "al semaforo i veicoli passano solo col verde" e qualcuno passa col rosso non credo si possa migliorare la situazione vietando la circolazione di tutti i veicoli e mandando tutti a piedi...
- E’ giusto mettere sullo stesso piano di discussione i bambini ammalati di cancro (altra immagine basata sull’onda dell’emozione) con la sofferenza di MILIONI di animali utilizzati come se fossero alla pari di foglie di lattuga? Io certamente non li metto sullo stesso piano: la vita del bambino ha per me un valore enormemente maggiore di quella dell’animale. Ma noto che tu scrivi "MILIONI di animali"... Milioni?? e non scrivi "MILIONI di bambini"... Quante persone sono state salvate dalla cardiochirurgia? Milioni? A fronte di qualche migliaio di cavie utilizzate? E non si tiene conto che a fronte di alcune cavie oggi i progressi scientifici hanno ricadute domani, dopodomani e per tutti gli anni a venire? Mille bambini domani, mille dopodomani, mille il giorno dopo... quante guarigioni sono nel prossimo secolo?
- Quando vedo che nel parlamento italiano ci sono deputati che votano CONTRO l’obbligo all’uso dell’anestesia per gli animali, cosa devono pensare? Che in parlamento ci sono 40-50 mostri e che tali mostri decidono su leggi che riguardano le persone e l’ecosistema tutto? Una domanda: si può sperimentare un nuovo anestetico su un animale già anestetizzato?
- Chi mi assicura che il concetto secondo cui alla vivisezione animale non c’è alternativa credibile non sia lo stesso che sostiene il principio falso per il quale nella dieta umana bisogna mangiare carne per crescere sani e forti mentre i vegetariani sono tutti pazzi e visionari che non sanno di che cosa parlano? E’ giusto che, come dicevo, ognuno si crei le sue opinioni, ma quale alternativa propongono per valutare l’effetto sistemico di una molecola? Testare un tessuto per volta sarebbe inutile. Gli organismi sono complessi e per riuscire a modellizzarli in modo preciso bisognerebbe averli già ben compresi... ma a quel punto non avremmo più bisogno di sperimentare, dato che la sperimentazione serve per comprenderli... è ben spiegato anche nel link del mio precedente commento.
- Chi mi assicura che un laboratorio applicherà l’anestesia agli animali sotto test in un mondo in cui per il PROFITTO legato alla vendita della pellicce si SCUOIANO VIVI gli animali per 50 milioni di esemplari all’anno (http://www.howtobegreen.eu/greenreport.asp?title=572)? A meno che non si stia studiando proprio un anestetico il dolore altera i risultati degli esperimenti, quindi credo sia logico che si utilizzino (anche perché costano poco) così come previsto dalle normative. Certo io non te lo posso assicurare, ma qui http://difesasperimentazioneanimale.wordpress.com/ ci scrivono diversi giovani ricercatori e di risposte ne puoi trovare molte.
- Chi mi assicura che tutta questa sofferenza animale sarà servita per dare al mondo un arma in più contro le malattie incurabili? Tutta questa sofferenza animale finora ci ha dato molto. I bambini leucemici ora sopravvivono quasi tutti, per esempio. Certo quando si fa ricerca non c’è mai una correlazione precisa ed immediata tra sforzo e risultato...
Sopra ogni cosa mi chiedo: la sofferenza immensa prodotta dallo specismo umano pagherà alla fine? Beh, questa è una domanda impegnativa... Secondo me al mondo siamo già in troppi, ma di sicuro anche le altre specie sono speciste, altrimenti le formiche non sfrutterebbero gli afidi e i leoni morirebbero di fame... E un vegetariano che mangia una pianta non è anch’esso specista, sebbene preferisca cibarsi di specie diverse?
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