Nome: Luca Segalla
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Vivo: IT, -
Specializzazione: Responsabile CED
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Io ho provato varie marche di olii in commercio e ce ne sono varie (coi vari tarpini e comunque sicuramente irritanti, ne ho le prove, mio malgrado!!). Mi sono poi imbattuto nel mio pavimento in legno che è stato finito con un olio che credo sia vegetale pure quello. Un piccola nota aggiuntiva: ogni tanto si sente parlare anche di olii uretanici (che spacciano per olii normali ma non lo sono), i posatori li preferiscono perchè avendo bisogno di minor manutenzione ce li propinano (e io senza saperlo mi son trovato con una scala fatta così pur avendo specificamente chiesto di usare dei prodotti specifici), fra l’altro mi fa schifo per quanto scivolo su quelle scale. Equivalgono ad una vernice questi olii uretanici come finitura.
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Riposta di un tecnico: quel che non c’è non si rompe e non ha bisogno di manutenzione, non inquina al termine del ciclo di vita... come pure non necessita di standby. La mia opinione è che tanta della tecnologia che usiamo non serve a niente. La decrescita dovrebbe cominciare razionalizzando quel che veramente non serve. Esempio: io la TV la odio e non ce l’ho più, e non ho più tutti gli apparecchietti ad essa connessi. Amen.
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Ricordate che tempo fa si parlava della EOLO? Poi non se ne è più saputo nulla. Una ricerca che feci in rete mi riportò sul sito di Paolo Attivissimo che aveva comunque fatto qualche indagine: http://attivissimo.blogspot.com/2009/05/il-ritorno-di-eolo-lauto-ad-aria.html
Ammetto di non potermi leggere tutti i commenti sotto, ma partendo da questo punto fermo qualcuno ha degli aggiornamenti successivi a questo articolo?
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Poi tu magari mi dirai che c’è già chi l’ha fatto, o magari costa o chissà cos’altro, ma sarebbe utile un veicolo col suo pannello fotovoltaico sopra per rendere il veicolo indipendente. Ogni tanto si parla di installazioni di postazioni nuove per il biberonaggio nelle grosse città, ma tutte quelle installazioni non servirebbero se ipoteticamente un veicolo continuasse a caricarsi per tutta la giornata... mi fermo qui però perchè non ho competenza, lascio a qualche esperto la parola intanto.
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RIPORTO DI SEGUITO ALCUNE POSIZIONI DI RENAULT IN MERITO, per completezza di informazioni e approfondimento (parlano anche di ZOE). http://www.ecoblog.it/post/15343/auto-elettriche-8-miti-da-sfatare-secondo-renault
Le auto elettriche non sono molto amate dagli ambientalisti: l’approvvigionamento di cui necessitano se non proveniente da rinnovabili pure non fa altro che spostare più in avanti il problema dell’inquinamento e del contenimento delle emissioni di CO2.
Secondo Renault che ha puntato molto sul loro sviluppo e commercializzazione ci sono 8 buoni motivi per credere che al contrario le auto elettriche siano davvero la soluzione per garantire una mobilità sostenibile nel futuro. Personalmente credo che i centri urbani dovrebbero essere ripensati per l’uso di biciclette piuttosto che di auto elettriche e che in ogni caso valgono anche altre soluzioni come il car sharing, il carpooling i classici taxi questi sì in versione elettrica.
Comunque secondo Renault la cui lista degli 8 miti da sfatare è dopo il salto ritiene che sia i tempi di ricarica sia il litio siano sufficienti. Purtroppo proprio gli esperti di Renault lo scorso anno a Euractiv svelavano le preoccupazioni per la chiusura della Cina alle esportazioni di Terre rare, minerali che pure servono alle batterie delle auto elettriche. Infine, nella lista non un accenno al criterio di smaltimento delle batterie esauste e né al ciclo virtuoso di ricarica da rinnovabili.
NON HANNO UN’AUTONOMIA SUFFICIENTE Non e’ cosi’. Oggi l’acquirente di un’auto a batteria ha un’autonomia compresa tra i 100 e i 150 km. Quindi per le esigenze urbane di un cittadino medio l’auto elettrica e’ una soluzione ottimale! E lo sarà ancora di più, visti i massicci investimenti delle case automobilistiche in ricerca e sviluppo. SONO TROPPO COSTOSE I veicoli elettrici sono meccanicamente più semplici e durevoli di quelli alimentati a benzina ma in assenza di economie di scala che consentano di abbattere i costi di produzione, il prezzo resta il principale ostacolo alla diffusione, soprattutto a causa delle batterie. Renault propone la batteria a noleggio attraverso un canone mensile che comprende anche l’assistenza stradale; pertanto i prezzi proposti per tutti i veicoli elettrici della gamma Renault Z.E. sono paragonabili ai prezzi dei rispettivi veicoli termici dello stesso segmento.
DISPONGONO DI BATTERIE INAFFIDABILI E PERICOLOSE Le batterie di oggi sopportano cicli di carica/scarica sufficienti a coprire quasi tutta la vita utile dell’auto stessa. Affidabilità e sicurezza delle batterie Li-ion sono garantite, anche a temperature bassissime.
HANNO TEMPI DI RICARICA TROPPO LUNGHI Se non si ha fretta, con la presa domestica occorrono 8 ore per la ricarica completa. Tuttavia, le prese a 380V possono più che dimezzare i tempi. Con una efficace rete di stazioni di ricarica la questione del tempo sarà sempre più marginale. E poi Renault ha in serbo il programma di sostituzione rapida delle batterie con QuickCharge: pochi minuti per ripartire con il ‘pieno’.
ACCRESCONO IL FABBISOGNO COMPLESSIVO DI ENERGIA ELETTRICA Per l’esatta comprensione del problema, va tenuto conto non solo della quantità di elettricità necessaria alla mobilità, ma dell’intero bilancio energetico: un motore a combustione interna ha un rendimento globale di appena il 20% e una produzione di “rifiuti energetici” dell’80%, mentre per un motore elettrico le proporzioni sono esattamente opposte.
NON SONO SICURE IN CASO D’INCIDENTE Non esistono elementi a supporto di questa affermazione. Indipendentemente dal tipo di propulsione, i costruttori continuano a garantire un elevato livello di sicurezza. E’ totalmente da smentire che per compensare il peso delle batterie le case automobilistiche abbiano progettato abitacoli meno pesanti e quindi meno sicuri.
SONO TROPPO SILENZIOSE Il funzionamento molto discreto delle vetture rappresenterebbe secondo alcuni un pericolo per i pedoni. La ricerca si sta occupando anche di questo. ZOE, ad esempio, è dotata del rivoluzionario Z.E. Voice: un suono esterno che avverte i pedoni dell’arrivo del veicolo, percettibile da 1 a 30 km/h.
CI SARA’ ABBASTANZA LITIO NEL FUTURO? La risposta a questa domanda contiene una buona parte del futuro delle auto elettriche. In realtà, molti esperti sostengono che la superficie del pianeta garantisce litio in abbondanza. Inoltre l’evoluzione tecnologica punta a diminuire le dimensioni delle batterie e a facilitarne il riciclo.
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Va detto anche che ci son degli studi, sulle luci al led, i quali stanno cercando di stabilire se ci sia o meno qualche effetto delle luci al led sul bioritmo. Poi va da sé che la luce dovrebbe comunque sempre servire di sera e per poco, per il resto per dormire abbiamo bisogno di buio e riposo :-)
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Integro il reportage: io son un altro user di pannolini lavabili (sia da piccolo coi ciripà sia da grande con due bimbe all’attivo, e con entrambe ho utilizzato pannolini lavabili). Faccio delle aggiunte visto che i pannolini li ho usati per molto e li ho presto sostituiti persino con mutandine:
1. confermo la praticità e tutto quel che concerne lavabilità, scalabilità delle soluzioni (inserti vari per maggior assorbimento) e impermeabilità. Va comunque detto che oltre una certa età i bambini cominceranno a fare più pipì o ad essere cambiati meno spesso in rapporto a quanto emettono (la combinazione delle due in realtà) e in quel caso anche la parte impermeabile qualche volta potrebbe leggermente non essere più sufficiente (io non ho avuto tanti problemi comunque)
2. mi chiedevo anche io se gli inserti fossero compostabili o meno ma alla fine ho usato una delle soluzioni più pratiche: eliminare l’inserto! Le feci vengono in pochissimo lavate via con dell’acqua calda e si butta il tutto nel wc. Dopo il lavaggio eventuali macchie se ne andavano dopo un’asciugatura al sole (confermato anche da mia mamma che ebbe le medesime esperienze quando io ero neonato). Nulla di nuovo dunque, se non una ripresa di vecchie abitudini.
3. per i pannolini che tieni in ammollo consiglio un bel coperchio, la pipì butta su di quei vapori che ti ammazza altrimenti :-)
4. di modelli ce ne sono una infinità, ci sono anche delle comode mutandine spugnose che col tempo diventano pratiche con l’elastico, e il bimbo prova a farla da solo quando se la sente
5. ultimo e non meno importante: è una cazzata quella che i pannolini devono assorbire; devono assorbire il giusto e il bambino non deve imparare che quello è il posto per fare i bisogni, è quindi giusto e sacrosanto assecondare i tempi e i bisogni del bimbo. Quando si lamenta si può provare a sedersi con lui sul wc e vedrete che dopo un po’ farà i suoi bisognini e dovrete cambiare qualche pannolino in meno. Ho fatto così con la mia figlia più grande, mentre sulla più piccola ho provato questo sistema fin da quando aveva 3 mesi. E non ho dovuto mai spiegare loro che dovessero andare a farla in bagno perchè lo hanno sempre fatto.
Alla fine col buon senso si trovano sempre molte risposte.
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(o comunque mandare in lavatrice dell’acqua già calda, e ci sono dispositivi in commercio che lo fanno...)
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meglio ancora se il tutto funziona con pannelli solari, e qui giungiamo alla fine di qualche risposta che in altri thread si riassume con "quanto conviene"?
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Leggendo sto reportage mi viene in mente quanto segue (magari mi spiegherò male, son di fretta): - la mia vasca in PVC che ho messo giù mi è costata 2000 euro circa (ma credo sia anche un bel po’ più piccola, dovrei guardare) - mettendo la vasca in posto giusto si potrebbe magari usufruire anche delle acque di scolo dei campi (non è detto che bisogna per forza chiuderla in quel caso), logicamente ste considerazioni si fanno in prossimità di corsi d’acqua o dove comunque ce ne è di acqua che viene su - ho sentito da un mio collega che esistono dei sistemi di "deviazione prima pioggia" (non ne so molto, devono essere sistemi per non stoccare per esempio i primi dieci minuti di pioggia... per esempio se non piove da molto)
son spunti per approfondimenti i miei... magari se qualcuno ne sa di più...
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Ecco, io ignorantemente quando posso evitavo comunque anche quelle borsette. Vi capita mai di rifiutare una borsetta e la commessa ve la dà comunque? Vedo scene da circo a volte. In alcuni (pochi) negozi tengono gli scatoloni, io ho l’abitudine di usare quelli, che poi diventano contenitori per la carta... e finiscono nella carta. Non parliamo poi delle raccolte multimateriale che ci son in giro (finta differenziata praticamente), ho saputo che in alcuni paesi la differenziata si fa solo perchè ci son diverse temperatura di incenerimento (devo approfondire). Ora sono fuori argomento, ma il primo che raccoglie info posti un reportage, tnx
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Ci faresti sapere la marca dell’acqua con quella bottiglia di plastica? Per curiosità, io bevo quella del rubinetto. Le borsette che mi son capitate in mano ieri (le avevo in casa, le riciclo) avevano la dicitura BIODEGRADABILE E COMPOSTABILE
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Dico la mia: - a me da una parte non piace il plasticame (a Natale si fa shopping in delle vere e proprie discariche fra imballi e contenuti che dureranno un niente), e questo mi fa letteralmente sboccare - l’albero vero... mah, sarà anche sostenibile fino a quando la domanda non diventa insostenibile (cioè mentre tutti preferiscono il plasticoso)
Tradizione da abolire anche per me (fatte le dovute eccezioni) ma ovviamente non se ne potrà parlare per un milione di motivi.
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"POST CORREDATO DI CONSIGLI PER LE DISCUSSIONI"
Bressanini è sempre interessante ma lo apprezzerei se stesse un po’ più quieto perchè tanto ci sarà sempre chi non la pensa come lui perchè non tutti son giornalisti e non tutti possono verificare le informazioni (come fa lui), fra un pannolino e una cacata e l’altra del figlio (ma non per questo uno non può dire la sua, anche se sbaglia). Ovviamente questo non deve essere un patentino per dire stronzate o ripetere a pappagallo l’uno o l’altro autore. Ma tutti possono solo leggere quel che passa loro per le mani, poi il dialogo A VOLTE può essere anche acceso. Ma se uno ce l’ha sempre contro la stessa cosa rischia di apparire un crociato anche se magari così non è.
E invece ci troviamo i giornalisti che (bravi o cialtroni) continuano in un’onda di polemica che francamente a me non interessa per niente poichè si manifesta in una lagna continua e io non ho tempo per le lagne. E mi son anche stancato anche di spazzolarmi 200-300 articoli al giorno, anche perchè a posteriori ora vedo che tanto ormai si scrivono quasi sempre le stesse cose.
Ragionando così poi io che faccio l’informatico dovrei spaccare la testa a tutti quelli che cancellano la solita icona dal desktop e non hanno ancora finito di chiamarmi alle 6 del sabato mattina perchè non hanno imparato ad accendere il monitor. Specie dopo che ho spiegato un milione di volte cosa succede, quindi onestamente quando uno non vuol capire non è che io posso continuare a scossoni o ceffoni.
Quindi, pur apprezzando la ricerca di Bressanini, mi scazza a morte sta onda polemica, però il mondo è vario e ci son anche ste persone che muoiono dalla voglia di esibire la propria conoscenza senza sapere chi sta mai dall’altra parte. Adesso tu Fabio puoi anche gasarti nell’essere discepolo di Bressanini in giro per tutto il web, ma iniziare a contestare una discussione con un BURP che ha fatto schifo a tutti ha reso le tue argomentazioni meno appetibili e anche questo è un fatto.
Quindi senza contestare il Bressanini che fa la sua analisi impietosa, vengo alla parte che mi è piaciuta di più di un vecchio articolo di Bressanini è quando descrive cosa è il "cotone BT" (Bacillus thuringiensis). Leggevo giusto questa estate vari libri sull’agricoltura biologica dove ho incrociato trattamenti a base di questo batterio (che comunque, non sono sicuro, ma credo che a un certo punto andassero limitati). Non è detto che mi serva ma anche per le mie colture può essere utile, senza abusarne.
Sul batterio in questione esistono molti scritti ma si può cominciare dal solito wikipedia in sto caso: http://it.wikipedia.org/wiki/Bacillus_thuringiensis
Concludendo: Fabio io, a parte la termografia, non ti conosco e magari sarai anche simpatico ai più, ma vedo che i tuoi interessi sono fotovoltaico, risparmio energetico e convenienza. Nessuna traccia di TERMINI quali ECOLOGIA nei tuoi post (men che meno reportage), il che fa sottintendere uno scarso entusiasmo per la materia. Almeno non tanto quanto la voglia di lottare contro l’ignoranza che impera nel settore, non senza evitare di incensarti per esser il portatore della verità.
Per me hai molte argomentazioni veramente valide, ma sbatterle in faccia a tutti non ti rende simpatico e mette a rischio lo scopo "socratiano" della discussione e quindi rischi di veder fallire i tuoi sforzi non tanto per le cose giuste che dici. Ma perchè rischi di risultare antipatico.
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Anche io abiterò a breve a Calvene, tienimi aggiornato se fai qualcosa
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Da chi naviga su HOW TO BE GREEN mi aspetto delle opinioni GREEN, e resto deluso ogni volta che leggo interventi GREY. Una idea può essere perfettibile, perfezionabile o comunque migliorabile e questo sarebbe un approccio positivo o quantomeno costruttivo, gli approcci distruttivi e narcisisti valgono uno zero per me. Criticare il sostantivo o correggere la virgola di un discorso non fa di chi critica un vero critico, o un perfezionista ma tutt’al più un rompic******i.
Chissà se prima o poi si affronterà mai un discorso dicendo: "si questo è bello, ma lo sarebbe di più se..." (evitando polemiche chiaramente).
Affermare che se siamo arrivati fin qui ci sarà un motivo per me conta zero; così ragionavano i presunti geni quando all’epoca non accettavano la teoria eliocentrica.
Sia baratto che moneta che merci vengono scambiati perchè ad essi/e è ATTRIBUITO un valore, chi conosce tutte le variabili dell’equazione ha la soluzione ai problemi del mondo. Lascio ai geni fornire le soluzioni geniali, io che sono un povero plebeo mi accontento della libertà di attribuire un valore alle cose in base AI MIEI INDICI, non a quelli di borse, mercati, valute (eccetera). E comunque tutto è uno scambio: moneta contro merci o servizi contro merci (ad oggi e da N migliaia d’anni). Qualcosa era legale e qualcos’altro lo è diventato; il sistema monetario che perfetto non era allora è diventato più evoluto, più tecnologico ma ancora meno perfetto.
Da qualche centinaio d’anni ci son le banche e da lì i popoli pagano con le monete fisiche, le briciole. Negli ultimi decenni l’informatizzazione del sistema bancario ha favorito la diffusione della moneta virtuale che non ha una corrispondenza con la moneta fisica (ovvietà). Chiaro è che transazioni enormi di denaro hanno una serie di effetti sul valore delle cose.
Oggi può aver valore un debito, una merce, un prestito, l’acqua o l’aria. UNA rivoluzione comincia quando una persona non accetta più di stare in un sistema (quello che non accetta di pagare un canone RAI, quello che non accetta di vaccinare il proprio neonato, quello che non accetta di pagare un telefono meno di un kg di carne). Io VORREI PENSARE che questo sito è popolato da N persone con le palle in grado di pensare con la propria testa e di contribuire a migliorare delle idee, non da persone in grado di esibire quello che pensano, a chi importerebbe questo?
Io non accetto un sacco di cose e mi faccio artefice delle mie scelte, fermo restando che, a mio modo di vedere, oggi il miglior modo di votare è "facendo la spesa", scegliendo il prodotto migliore piuttosto che quello che dà una pura convenienza in termini di moneta.
Ognuno faccia pure quello che vuole (e questa è libertà), è sempre chiaro che l’ignoranza è la peggior cosa, assieme alle droghe, e mi pare che con un po’ di briciole di moneta si faccia presto a drogare il mercato come si fa presto a drogare chi compra.
Per me ha un valore ciò che riempie la pancia e non mi fa ammalare cinque minuti dopo. Ha un valore ciò che mi produco e ha un valore ciò che di mio non disturba i miei vicini (di questo quartiere o di quell’altro continente). Hanno un grande valore (negativo) le scelte che fanno gli altri e che mi costringono a respirarmi l’aria dell’inceneritore dopo che io non produco tutto il rifiuto che producono i miei vicini (e questo limita la mia libertà nonchè la mia salute e quindi è un danno, e siccome è un calcolo "difficile" sotto molti aspetti). Per me ha un valore persino come si sente dentro a una stanza, e i valori che sono i miei non devono necessariamente essere quelli del mio vicino, ma i valori del mio vicino non devono generare una situazione negativa per me, quindi continuerò a NON ACCETTARE questo sistema dove io potenzialmente pago in salute le scelte di altri. E qui la democrazia è una cazzata (il numero di persone che pensavano che Hitler fosse nel giusto non fanno sì che nel giusto lui fosse, e la storia ci fornisce la risposta evidente).
Fare TUTTO CIO’ IN MANIERA COSTRUTTIVA significa provare a uscire da questa dimensione ma è ovvio che non si può instaurare un dialogo con chi delegittima a priori il pensiero di chi ha una posizione differente dalla propria (spesso facendosi scherno di chi si tira fuori dal gruppo).
Se oggi vivesse Galileo non conterebbe una fava. Io posso anche sbagliare, e mi sta bene, del resto non sono certo un genio, ma per avere un approccio costruttivo bisogna anche lanciare idee e provare cose nuove. Negando tutto affermando solo "come faresti questo o quello?" è riduttivo e distruttivo (nonchè privo di argomentazioni).
Essere green dentro non significa essere delle pecore, creduloni, non capire un cazzo, non leggere i giornali o non avere argomenti. Ma se così è io allora SONO UNA PECORA IN PRIMA FILA, ma conto anche di non essere l’unico.
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SULL’IDEA SBAGLIATA Essendo una tua opinione possiamo parlare delle informazioni che abbiamo, poichè anche argomentare lo si fa con dati raccolti per strada. E’ indubbio che per ogni cosa
SULL’IGNORANZA Alcuni articoli che storicamente hai citato in questo sito li avevo letti anche io, ma non ho trovato niente finora che non sia di parte. Tutto è di parte, possiamo affiancare molte opinioni e tentare di comprendere un problema che non tocchiamo con mano ricordandoci sempre che non lo tocchiamo con mano, mentre in realtà quando ci impegnamo attivamente ne verifichiamo le difficoltà o le imperfezioni. La mia reazione quando leggo un articolo è: "sei attratto da questa cosa? bene, fallo e facci conoscere i problemi che incontri", piuttosto che dire: "tutte cazzate, qui scrivono il contrario". Sono molto anarchico nella mia visione non credo alle verità in tasca a nessuno, ma credo che sia la pratica il giudice ultimo perchè la pratica distingue fra chi sa fare le cose e chi no. Quindi concludo con "non ha ragione nessuno a priori, ha ragione chi lo sa fare"; questo ragionamento racchiude al suo interno umiltà, generosità, rispetto per le idee degli altri, scetticismo, dubbi, pensieri positivi, negativi e quant’altro. Parlare non porta altro che a parlare; di ogni cosa è giusto che se ne parli ma le sfide stanno sempre nella realizzazione.
SULLA CORRETTA INFORMAZIONE E’ chiaro che il "mondo green" trarrebbe beneficio da meno creduloneria, ma il mondo green trae beneficio anche dall’entusiasmo di chi vuole migliorare le cose. E’ giusto richiamare alla calma quando le sparate sono grosse però, a mio modo di vedere, per farlo in maniera positiva è necessario usare un modo che possa portare a un banco di prova. Purtroppo l’ignoranza c’è, è innegabile, e ne siamo intrisi tutti in percentuali differenti. Sbaglia comunque sempre chi è troppo pieno di se stesso, cerchiamo un minimo di spirito socratiano.
SUI COMPLOTTISMI Non credo di mio alle teorie complottiste in genere, solo che il giornalismo d’inchiesta ha diritto di far luce dove vede buio, e siccome a questo buio spesso mancano le risposte perchè i responsabili si son defilati per responsabilità o altro poi c’è chi mette in piedi un castello per spiegare tutto con una teoria riconducibile a qualcuno o qualcosa. Siccome qui di risposte non ce ne sono (guardacaso son tutte teorie) c’è libertà di interpretazione. Ma nessuno può liquidare le domande dicendo "tutte balle, non crederai a ste cazzate?", e i giornalisti ormai si guardano dal fornire risposte, ma possibili interpretazioni. C’è anche qualcuno che sa scrivere fortunatamente. E’ molto probabile però che, qualora si crei una situazione favorevole, ci sia qualcuno che ha la possibilità di approfittare della situazione e di trarne il massimo vantaggio possibile. E qui mi riallaccio all’argomento perchè mi par di ricordare che in un punto di quel video si facesse riferimento che non c’era chi aveva creato tutta sta roba.
SUL SISTEMA MONETARIO E’ chiaro che nessuno sa fornire una risposta semplice al problema, e il video è un incoraggiamento a provare strade nuove. Anche se fosse vero tutto quel che viene detto è evidente che quel sistema non sarebbe privo di difetti ed è utopia poichè non è realizzabile senza far passare generazioni (per molti motivi). Tuttavia gli unici dati che ho in mano son quelli di quando il baratto esisteva (epoche storiche sprovviste dell’avanzamento tecnologico odierno) oppure di quel che ha prodotto il sistema monetario a questo regime. E allora siccome sarebbe interessante il banco di prova, come sempre, credo possa essere interessante qualche lettura (e non so consigliarne al momento). Ma il mio approccio positivo è che: il sistema monetario ha indubbiamento portato a degli stracazzi di problemi (non a caso l’economia mondiale è in crisi) e il baratto o forme alternative di scambio sono da approfondire. Siccome c’è chi ha provato e sostiene di riuscirci comincerei a leggere di cosa vanno parlando perchè credo che mi manchino delle informazioni, e credo manchino a più di qualcuno.
Perchè serve un po’ di informazioni di parte: la parte che sostiene che si può fare. Approfondiamo con calma.
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Molto interessante.. colgo l’occasione per postare un link con altre informazioni relative al convegno "Riduci, ricicla, risparmia…è realtà!" https://sites.google.com/site/altovicentinoricicla/iniziative-realizzate/postsenzatitolo
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Bella questa, la leggo in ritardo... Chiarisco subito che per me la SPV possono evitare di realizzarla e che sono contrario. Anche fra le persone green trovo spesso una discreta approvazione per la realizzazione della SPV, e ognuno ha il suo punto di vista. Diciamo che chi abita in qualche centro trafficato preferisce che il traffico passi altrove, e che a livello ideale è da preferire che un mezzo si sposti nel più breve tempo possibile evitando soste inutili etc. Comprendo. Va altresì detto che per migliorare la situazione non possiamo ogni volta costruire strade nuove perchè tanto il traffico comunque da qualche parte c’è e ci sarà (o altrove si sposterà). Se infine consideriamo che il tutto risulterà a pagamento allora hanno generato l’inutilità poichè una cosa che doveva essere utile a molti in realtà sarà a pagamento in un periodo come questo. Mi torna alla memoria un caso un po’ simile come fu il traforo fra Schio e Valdagno: gratis per un po’ e poi tutto il traffico sulla Priabona. Almeno lì hanno realizzato una soluzione diversa al problema (se non altro), ma è chiaro il casino di cui parlava Ambra a sto punto. Io sto come sto anche senza la SPV, tanto vale risparmiare dinero, di questi tempi.
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(poi ci sono anche alcune abitudini del passato che oggi non sono più sostenibili, tutte incluse nella cattiva educazione che ci è stata propinata)
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Oddio non ho fatto un calcolo, so che con 2000 euro in più avrei avuto il tutto verniciato (compresi serramenti), so che dei soli balconi finora ho speso 150 euro circa. La prima mano il legno se la beve letteralmente, la seconda abbastanza, mentre la terza è una cosa piuttosto veloce (beve molto poco). Credo che quest’olio abbia una resa di 13mq/l; un barattolino da 750ml costerà sui 12 euro se ben ricordo, uno da 2,5 l costerà 34-35 euro mentre una latta da 20 litri dovrebbe stare sopra ai duecento ma ovviamente si risparmia.
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Io qui mi son cimentato nella prova dei balconi all’esterno, ma quando realizzo oggetti di legno per interni l’olio per me è uno standard; c’è un minimo di manodopera che non converrebbe molto a chi deve far presto. Farselo da sé conviene poichè noi possiamo anche attendere tutto il tempo che vogliamo per far asciugare il tutto; il bello di un olio all’acqua è che è molto semplice da dar su (a pennello o spruzzo, io proverò lo spruzzo più avanti ma col pennello finora è sempre andata molto bene). Non necessita di essere stracciato come gli olii di lino (ancora più economici e che una volta vorrei provare). La mia tentazione sarebbe di sverniciare addirittura dei mobili che ho per rifarli ad olio!!
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Da qualche giorno ho fatto anche i serramenti. Non ho foto purtroppo, me ne son scordato, ne farò una appena saranno montati!!
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Aggiungo che, a mio avviso, una rinfrescatina di olio all’anno fa bene. In realtà credo che quelli più esposti al sole siano da fare più spesso, mentre quelli a nord secondo me non servirebbe. E’ che l’operazione è così veloce che... tirati fuori i pennelli si fanno tutti (solo da un lato chiaramente)
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Idealmente no. E in effetti sui balconi all’esterno io non lo faccio. In realtà se poi si vuole una finitura migliore, carteggiare è utile, anche prima dell’ultima mano con una grana sottile o paglietta fina. Però non è indispensabile, io a volte lo faccio e a volte no, dipende dai casi.
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Io uso un macbook pro, mi fa una intera giornata lavorativa a batterie (fra standby gestito in maniera eccellente e durata delle batterie...), e con una autonomia che va dalle 5-7 ore io ne lavoro quasi una decina!
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Aggiungiamo però qualche dubbio: Greenpeace non parla così bene dei prodotti APPLE (io sono un utente FULL APPLE), bisognerebbe dare un’occhiata anche lì, poi vedremo i prossimi rapporti...
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Mi è già capitato col frigo, mentre con la lavastoviglie tengo botta. La TV invece l’ho abbandonata assieme ai vari registratori, decoder etc. (che si rompevano una volta all’anno, inter nos...). Io non so se sono sufficientemente preparato a far fronte all’obsolescenza pianificata; quel che è certo è che se ci sto bene in un paio di scarpe, allora vale la pena di prenderle fatte bene e quind quando la loro forma si adatterà ai miei piedi avranno qualcosa in più rispetto a tutte le scarpe nuove che ci sono in commercio. Ergo: vale la pena di ripararle. Viceversa non son capace di aggiustare quegli schifosi ombrelli da 2 euro (ma neanche quelli da 10 o da 20) e quindi se posso evito gli ombrelli (almeno gli usa e getta). Ma quando si può bisogna sempre cercare di aggiustare quel che è possibile aggiustare. La maggior parte delle volte questo è possibile senza chissà quali conoscenze... poi se ci si prende l’abitudine (ad aggiustare oggetti) allora andiamo in ferramenta (faccio per dire) una volta ogni tanto e facciamo scorta di dai, rondelle, bulloni e così via... SI COMINCIA SEMPRE DALLE PICCOLE COSE prima di tutto, poi si comincia a diventare molto critici prima di acquistare, e dulcis in fundo prima di comperare un elettrodomestico ci si fa una bella dose di domande. Prima di buttarlo... ci si può informare in giro, ogni tanto c’è qualcuno che ripara qualcosa.
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Visto che siamo nell’epoca del web 2.0 sarebbe bello che in Internet si cominciasse a mettere in competizione i vari brand, stilando un database di esperienze: gli utente dovrebbero solo dare il loro feedback e dire dopo quanto si son rotti i loro apparecchi, e rendere il tutto pubblico. Ovviamente non è tutto facile come dirlo (non mi addentro nei dettagli) ma sarebbe bello dichiarare guerra all’obsolescenza programmata smascherandola pubblicamente.
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Tecnicamente dei pannolini lavabili si mettono in lavatrice come le mutandine si lavano ai bimbi piccoli (anzi le mie portano anche le mutandine fin da tre mesi, fra le altre cose). Poi eventualmente ci sono anche gli inserti biodegradabili, mentre quelli di stoffa dopo averli lavati basta lasciarli al sole (sia per asciugare che per far sparire eventuali macchie, provare per credere). Hola.
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(ciao, ma guarda il mondo green che piccolo) - I pannolini lavabili si trovano un po’ dappertutto; così di getto mi vengono in mente i "kushies" su ebay, poi ci sono persino dei produttori locali (è mia moglie esperta), poi probabilmente si trovano da OKO a Santorso e poi... boh, ce ne son un sacco di posti (e in varie tipologie)
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Per i primissimi giorni comunque ci sono anche dei pannolini usa e getta in fibra di mais, se ben ricordo. Ci sono poi i pannolini lavabili con l’inserto che più si gradisce (anche quello eventualmente biodegradabile e gettabile, credo sempre in fibra di qualcosa...)
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Due cose: 1. Un paio di settimane fa con una mia amica parlavamo della formaldeide nel vaccino contro il tetano e le è uscita l’esclamazione "da parecchi anni la formaldeide non viene usata nemmeno nei mobili". E vero? 2. Io da tempo utilizzo solo l’olio ad acqua come impregnante per mobili e... anche per le casette in legno (ne sto finendo una)
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Cosa intendi per prestazioni? Dell’olio sappiamo che il suo effetto protettivo nel tempo è limitato (ma penso sia anche più semplice da mantenere da quel che ho sperimentato finora), ma non mi pare che sia meno efficace delle vernci in fatto di protezione
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La maggior parte dei fornitori che conosco consigliano vernici a prescindere, e poi si possono discutere tutti i dettagi che hai citato. Ma discretizzando è vero che si potrebbe affermare che la vernice protegge "di più" di una finitura ad olio? Dove per "di più" si intende nell’arco del periodo di copertura (per esempio dopo un anno, e non dopo dieci, dove è ovvio che si saran rese necessarie più manutenzioni, con l’olio). La vernice è più longeva, e siamo d’accordo ma è un altro discorso quello. Hai risposte per me?
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Infatti io sono un tecnico, e di solito i tecnici hanno un approccio ai problemi fondamentalmente diverso dai commerciali :-)
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Io ho un suggerimento/richiesta e nessuno di voi due si può tirare indietro: servirebbe una guida per completi neofiti al nucleare. Visti i titoli di questi giorni "difendiamo il diritto di non essere laureati in fisica" e robe di questo tipo, io chiedo che come minimo qualcuno esponga qualche concetto in maniera chiara per quanto possibile, almeno per essere in grado di interpretare le poche notizie che si leggono sui giornali.
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Molto utili, grazie, ho già iniziato a guardarli ma termino di studiarmeli con calma...
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Pooooorcaeva! E pensare che io volevo procurarmi il mogano per costruirmi una marimba! (scherzo, non quello peruviano, e probabilmente il padouk è migliore sotto alcuni aspetti). Il mio xilofono è in mogano ma non credo proprio che la provenienza della materia prima sia USA... e comunque si fa riferimento all’hobbystica (pensare che io qua non trovo niente, quasi quasi chiedo in giro se mi sanno dire da che ditte arriva quel po’ di mogano che si trova...)
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Io so solo il legno del mio futuro pavimento da dove proviene, in quanto ho selezionato due soli fornitori che accompagnavano il legno con i certificati del caso. E comuqnue con un po’ di informazione e cultura sul legno si riesce anche a capire (certificati o no, spesso le informazioni sono tutte molto logiche).
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Ecco ecco... appena avrò bisogno saprò a chi rivolgermi :-)
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e già di per sé il packaging naturale della banana ci mette a decomporsi, se ben ricordo
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io insaccherei la testa di chi fa ste boiate per salvaguardarne la stupidità e tenerla coscienziosamente separata dal resto del pianeta
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chiaro chiaro... potremmo anche tentare di smaltirlo come rifiuto speciale poi...
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Partiamo dal presupposto che si vota quando si va a fare la spesa, e questo è il primo punto. Il secondo però è che siamo in pochi, e che se a boicottare siamo in pochi serve comunque a poco perchè di fatto dovrebbero boicottare quei prodotti i clienti consolidati (che spesso manco ci pensano perchè fanno parte anch’essi di quel sistema). Fermo restando che "boicottare" resta un termine errato, in realtà non si tratta di boicottaggio ma di "consumo critico", cioè "scegliamo di non consumare quei prodotti". Per questo però serve sempre una cultura, merce rara di questi tempi...
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Non mi trovi contrario in nessun punto del tuo ultimo intervento, per me boicottaggio è solo un termine comune per intenderci. Ma mentre spesso le persone mi contestano una certa connotazione negativa del termine io le correggo asserendo che comunque si tratta di un diritto dell’acquirente di scegliere il proprio mercato piuttosto che farsi scegliere come acquirenti dalle varie campagne pubblicitarie o str****te come quella in oggetto di questo reportage. Alla fine si tratterebbe di un’offesa alla nostra intelligenza, un po’ come quando si va a votare in un gazebo evitando di esprimere una preferenza sulle persone, cioè votando con una croce invece invece che scrivendo un nome e cognome che risponda al proprio elettorato. Gli effetti sono i medesimi: "scelgo e quindi controllo", altrimenti la democrazia non serve a niente (triste quanto vero). Comunque ribadisco: non sono contrario a nessun puntoi del tuo intervento.
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La soluzione potrebbe stare negli EM (microrganismi effettivi), consiglio la lettura del libro di Teruo Higa
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(io non ho mai provato a lavarmi i denti sotto alla doccia, ahah)
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Ma sarà compostabile o biodegradabile? Se le ritrovo vi farò sapere...
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(suppongo tu la faccia realizzare da qualcuno con cui tu divida l’idea, a meno che tu non la brevetti prima, ma credo che tu abbia sempre bisogno di chi ha le mani in pasta se la tua è solo un’idea)
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Esiste poi l’altro pericolo, di natura ovviamente sempre economica, già sofferta da altri che ci hanno preceduto con sto genere di idee. Casi che magari il sunbeppe qui sopra riesce a ricordare o citare in maniera più precisa; ma ci son casi dove in alcuni laboratori di alcune università hanno fatto dei lavori seriamente appetibili anche per l’industria; ma nel momento in cui si ha a che fare col mondo dell’imprenditoria capita spesso che il furbastro di turno risponde "gran bella idea, ma così mi costerebbe troppo, per me è più conveniente aspettare che il brevetto scada e quindi affrontare la cosa successivamente". Probabilmente ho usato una terminologia imprecisa, rimando ad altri che ne sanno di più le precisazioni; comunque se c’è una fuga di cervelli all’estero dall’Italia è merito anche di questo. Di fatto me ne accorgo sulla mia pelle: uno può fare il lavoro di due-tre persone, ma siccome ora per avere un lavoro c’è molta competizione gli imprenditori tirano ancora di più la corda e il lavoro viene troppo spesso semplicemente ricompensato con "lavori bene? ottimo, è il tuo lavoro anche farlo bene il tuo mestiere, sei fortunato ad avere un posto di lavoro di questi tempi". Certo, ognuno farà i conti con le proprie tasche, ma la sensazione è che l’avidità umana non abbia confini, e a ben vedere, ormai mi pare molto di più di una sensazione: desiderio di dominare il mercato, di eliminare la concorrenza, guadagnare di più, desiderio di crescita (e chi parla di decrescita viene trattato come stupido o povero illuso credulone). E qui apriamo un discorso che per essere scorporato dovremmo avere qualche millennio di evoluzione davanti...
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E’ il tuo giorno fortunato, ahah. Io (quando posso) sono tecnicamente moderatore della rete GAS Vicentini, mia moglie e io facciamo parte del GAS di Breganze, e so che lei ha anche una lista di contatti dei referenti degli altri GAS. L’argomento merita approfondimento nelle sedi del caso comunque, ogni GAS ha le sue regole e... se mi mandi una mail o un msg ne parliamo e ti faccio sapere quando e dove si trovano così puoi presentarti da loro direttamente così ti spiegano come funziona.
Per esperienza invece so che i GAS è meglio se son costituiti da persone di aree limitrofe così ci si organizza meglio per tutta una serie di acquisti, mentre per altre cose (come vestiario, scarpe e robe che si acquistano meno) magari si fanno ordini mettendosi insieme tra GAS, consideriamola una struttura abbastanza "a piramide" in quel senso.
Per quanto anarchica c’è chi ha ordinato bene la cosa :-)
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io l’ho mangiato ed è molto buono, come il seitan e altri prodotti che si possono fare in casa o acquistare... io ho un po’ di nomi di prodotti, li producono anche qui in zona alcuni mi pare
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Da Garden Bidese a Mirabella puoi andare, e chiedi di Mauro, un tizio molto bravo che ti spiega tutto di tutto
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(anche se il verderame è concesso nel biologico che io sappia, tuttavia ho appena letto che con i microrganismi effettivi di teruo higa si possano bonificare anche terreni pieni di rame... problema ormai diffuso dalle nostre parti)
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(non proferisco verbo perchè non so)
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A proposito: tempo fa mio papà aveva avuto bisogno di usare una polvere a base di piretro e sei è comperato du scatolette di prodotto (diverse, nello stesso negozio, in giorni diversi). Una aveva un periodo di latenza di 2 gg e l’altra di 90 gg, ma non c’era scritto niente di niente. Occhio perchè spesso i negozianti non sanno cosa vendono; dopo approfondite ricerche ho capito che un prodotto era permesso nell’agricoltura biologica, l’altro no (a base di piretrina, che non è la stessa cosa). Non approfondisco oltre perchè non ho niente in mano ora. Poi alla fine abbiamo visto che le piante fanno comunque il loro bel frutto che non abbiamo usato né uno né l’altro (e non ricordo il contesto ora fra l’altro)
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Io utilizzo per il latte di mandorle la vegan star come robot; con questo genere di macchine (compresa la tua suppongo) si può realizzare latte di avena, di riso, eccetera. Il briciolame di recupero è utile per preparare ottime torte. Il latte di mandorle l’ho visto fare anche a mano dalla silvia ma è una bella struma comuque. Dulcis in fundo l’ultima integrazione è... che ricordo un sito dove parlavano di tutti i tipi di latte (adesso non ricordo il nome ma se interessa vo alla ricerca)
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Sì, quello di mandorle è speciale e imparagonabile a quello che si compera, è un po’ più difficile in altri casi di latte. Quello di riso mi sembra pure abbastanza semplice; mentre quando si comincia con quello di avena comincia a non essere proprio così semplice raggiungere la densità che si vuole e tutte ste robe qua. Inoltre è sempre meglio consumarlo a breve questo latte perchè non dura più di tre giorni. Ad ogni modo non è un problema questo, considerato che se ne fanno piccole quantità, ma è sempre bene saperlo.
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