Vorrei fare luce sulla cosidetta bioplastica. La bioplastica è un tipo di plastica biodegradabile in quanto derivante da materie prime vegetali rinnovabili annualmente. Il tempo di decomposizione è di qualche mese in compostaggio contro i 1000 anni richiesti dalle materie plastiche sintetiche derivate dal petrolio!
In commercio ce ne sono composte di diverse marche e principalmente derivate da farina o amido di mais, grano o altri cereali. Oltre ad essere organiche col vantaggio della biodegradabiità (in accordo con la Norma Europea EN 13432 e con i programmi di certificazione rilasciati da primari enti internazionali), hanno il pregio di non rendere sterile il terreno sul quale vengono depositate.
La Bioplastica, dopo l’uso, consente di ricavare concime fertilizzante dai prodotti realizzati, come biopiatti, biobicchieri, bioposate, e di impiegarlo per l’agricoltura. La Bioplastica, in agricoltura per la pacciamatura sotto forma di biotelo, risolve il problema dello smaltimento in quanto la pellicola è lasciata a decomporsi naturalmente sul terreno.
Ad oggi la plastica tradizionale è il polietilene, polipropilene, ecc., materiali esclusivamente sintetici ricavati dal petrolio, difficilmente riciclabili!
Ecco alcuni dei principali vantaggi: - È un’alternativa a riciclaggio e reimpiego senza compiti ulteriori per i consumatori: i rifiuti bio teoricamente possono essere depositati tutti in discarica, data la loro rapida biodegradabilità. L’impatto ambientale di tale scelta di smaltimento è inferiore sia alla termovalorizzazione di rifiuti bio, sia al compostaggio, in termini di energia richiesta ed emissioni dei processi. La compressione dei rifiuti per ridurne la densità volumetrica richiede 5-10 minuti per tonnellata di rifiuti (poca energia) ed ha emissioni zero (la pressione dei rifiuti non è un processo chimico, ma meccanico; non genera fumi).
- Riduce gli oneri di gestione dei rifiuti nel caso in cui i materiali bio inizino a sostituire vetro, plastiche e rifiuti riciclabili;
- Biodegradabilità e decomposizione naturale in un tempo breve.
- Producibilità di concime in quanto la sostanza è fertilizzante.
- Minori emissioni di fumi tossici nel caso di incenerimento.
Per quanto riguarda le CRITICHE ricordo che: Le bioplastiche possono ridurre la disponibilità di derrate alimentari, se prodotte a partire da prodotti agricoli. La plastica tradizionale viene "arricchita" e resa "bio" con sostanze quali amido di granturco. Se le più ottimistiche previsioni di utilizzo delle bio-plastiche fossero confermate, l’ammontare di mais impiegato per la loro produzione arriverebbe a 0,04 percento della produzione mondiale annua. Una percentuale irrisoria, se paragonata alle reali cause di incremento dei costi: l’aumento del prezzo dell’energia, la crescita della popolazione mondiale, la debolezza del dollaro, l’instabilità politica, la speculazione, da sommare alla crescente domanda di cibo di qualità proveniente dalla classe media di Cina e India, Paesi in fortissima espansione economica.
Fonte e ulteriori informazioni su: http://it.wikipedia.org/wiki/Bioplastica
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