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Nome: giuseppe tavella
Su di me: Docente di Elettronica, ricercatore nel campo delle Energie Rinnovabili mi occupo da molti anni di fotovoltaico, solare termico e geotermia a bassa entalpia. Viaggio da sempre con uno scooter elettric...
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Interessi: Lo studio Green Technology offre un servizio di consulenza mirato all’integrazione delle diverse tecnologie ecologiche insieme ad uno studio delle soluzioni green più adatte alle esigenze specifiche d...
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Locazione attività: IT, Veneto - Vicenza
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Green Technology
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Informazioni di contatto: Via Monte Pasubio n.25 Vicenza
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10/5/2011
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Riduzione Riscaldamento Globale
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Scioglimento del permafrost, rilascio di metano e surriscaldamento incontrollato dell’atmosfera terreste. Nell’ultimo Energy Report elaborato dalla Ecofys, (vedi primo reportage www.howtobegreen.eu/greenreport.asp?title=394) si è di fatto utilizzato un modello che non tiene in considerazione un’altra minaccia tombale legata allo scioglimento del permafrost: il METANO. Kevin Schaefer, scienziato del National Snow and Ice Data Center a Boulder nel Colorado, sottolinea come il rilascio del metano in atmosfera sia drammaticamente peggiore del rilascio di anidride carbonica. Infatti il potenziale in termini di riscaldamento ad effetto serra del metano è di circa 40 volte rispetto al carbonio e gli effetti in termini temporali decisamente brevi.
Il modello utilizzato per la stima delle emissioni, inoltre, non include quelle collegate alla grande regione del PERMAFROST SOTTOMARINO. Secondo I.P.S. circa otto milioni di tonnellate di metano gorgogliano verso la superficie dal fondale Siberiano dell’est ogni anno.
Secondo Vladimir Romanovsky della Università dell’Alaska, se solo l’uno per cento del metano sottomarino artico (chiamato anche idrati di metano) raggiungesse l’atmosfera, si potrebbe quadruplicare la quantità di metano attualmente presente in atmosfera.
La cosa più sconcertante, secondo Schaefer, è che nulla di tutto questo è stato preso in considerazione dai politici e da chi prende le decisioni, cercando di tagliare le emissioni di carbonio dell’umanità con l’obiettivo concordato di mantenere la temperatura globale sotto i due gradi centigradi. Non solo, non vi è nemmeno una pallida promessa a livello politico di discutere in merito ad una sorta di “retromarcia” in termini di emissioni in atmosfera. Nulla, come se il problema non esistesse.
Drammatico ancor di più se si considera che se anche tutti i combustibili fossili smettessero di essere utilizzati oggi stesso, la temperatura globale continuerebbe comunque ad aumentare e il disgelo del permafrost durerebbe almeno per altri 20 o 30 anni. Inoltre, avverte Schaefer, una volta che il carbonio legato al permafrost sarà rilasciato, "non vi è alcun modo per rimetterlo nel permafrost". In altre parole: processo IRREVERSIBILE.
Anche se ci fosse un modo per abbassare la febbre del pianeta legata alle attività umane, ci vorrebbe comunque un secolo o più per riformare il permafrost scongelato. Il permafrost è stato in continuo riscaldamento e scongelamento dal 1980. Un misura effettuata nel 2009 ha riportato che il limite meridionale del permafrost si è ritirato di 130 km negli ultimi 50 anni nella regione del Quebec chiamata James’s Bay. La continua perdita di ghiaccio marino nell’Artico ha già permesso all’Oceano Artico di riscaldarsi abbastanza da far innalzare la temperatura media delle regioni costiere di 3-5°C in più rispetto a 30 anni fa e permettendo così un ulteriore accelerazione del processo di scioglimento dei ghiacci. In gergo ingegneristico: un ciclo di loop senza uscita.
Il punto di non ritorno, secondo molti scienziati, potrebbe già essere stato superato.
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REPORTAGE
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Irreversibile scioglimento del PERMAFROST entro 20 anni - PARTE 2
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posted on 5/10/2011 at 15:36
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Molto interessante questo articolo! (un pò inquietante anche...)
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Eh già, inquietante soprattutto sapere che potevamo fare molto per non arrivare a questo punto! Ormai la miccia è accesa da tempo e presto il pianeta ci ringrazierà di tutto, con tanto di interessi dalle conseguenze NON lineari.
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