Nome: Alessandro Furiato
Su di me: Redazione di HowToBeGreen - Esperto in tecnologie a basso impatto ambientale, consulente.
Interessi: Amo viaggiare nel mondo alla ricerca di soluzioni per molti dei problemi energetici che affliggono il pianeta
Vivo a: IT, vicenza
Specializzazione:: Perito elettrotecnico
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20/6/2011
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Stile di Vita Green Living
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Lampadine compatte fluorescenti LFC, risparmio energetico ed impatto ambientale. Sembra impossibile eppure c’è qualcosa che non va. Le lampadine cosiddette a risparmio energetico hanno di certo l’indubbio vantaggio di permettere una considerevole diminuzione del consumo di energia elettrica legata all’illuminazione. Se misurati i consumi tra una lampadina ad incandescenza e una compatta fluorescente la differenza fra le due, come noto, arriva anche all’80 percento.
Tutto bene quindi? A fronte di una consistente diminuzione del consumo di energia elettrica (rispetto alle equivalenti lampadine ad incandescenza) è giusto sottolineare alcuni aspetti negativi molto sottaciuti da chi costruisce e commercializza tali prodotti che possono essere sintetizzati come segue:
- emissioni radiazioni elettromagnetiche a breve distanza - intossicazione da mercurio - radiazioni UV
Per quanto riguarda le emissioni di radiazioni elettromagnetiche a breve distanza, le lampadine LFC generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un massimo di un metro di distanza. Il centro indipendente di ricerche francese CRIIREM sconsiglia l’utilizzo di lampadine LFC ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie
Presenza di mercurio. Le LFC contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. 1 milligrammo di mercurio contamina fino a 4000 litri d'acqua. In seguito alla rottura di una lampadina i vapori di mercurio si diffondono nell’ambiente e le emissioni possono rimanere elevate per un tempo piuttosto lungo (diverse settimane). Le lampadine che vengono buttate sul rifiuto secco NON riciclabile finiranno per contaminare suolo, acqua ed aria. Le lampadine LFC devono essere gestite come rifiuto speciale, raccolte separatamente e portate nell'eco-centro della propria città.
Emissioni radiazioni UV. Le lampadine LFC senza il doppio guscio protettivo (come il caso di alcune tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV di tipo B e C. E’ ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (insorgenza di tumori) e per gli occhi.
Altri problemi correlati all’uso delle LFC comprendono il tremolio della luce che puo’ provocare mal di testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione.
Cosa fare? Dare più spazio in casa e in ufficio alla luce naturale. Per quanto riguarda la luce artificale.. spazio ai LED.
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REPORTAGE
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L’impatto ambientale delle lampadine LFC a basso consumo
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posted on 6/20/2011 at 11:37
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E’ proprio vero: più si conosce e più le scelte si complicano, allontanandoci dalla superficiale certezza di essere nel giusto e dell’avere operato bene.
Forse è questa la ragione per cui spesso le sorti del bene comune risultano affidate a chi non ha dubbi o non dimostra averli, proclamando a gran voce sicurezze, da ignorante, stolto o inetto quale in realtà è.
La lampada fluorescente compatta(LFC) - nata sulla base dei principi del noto tubo al neon sulla spinta del primo shock petrolifero del 1970 - se priva di un apposito dispositivo di controllo elettronico, presenta per ragioni costruttive anche limiti alla durabilità in termini di ciclo di lavoro.
Oltre le quattro accensioni/spegnimenti giornalieri, si può ragionevolmente pensare che venga a cessare la convenienza economica di queste soluzioni nei confronti di quelle a filamento.
Proporre argomenti e discuterli, nell’intento di comprenderli al meglio, è l’unico rimedio per affrancarsi dalla tristezza ormai giunta a drammatica improbabilità di sopravvivenza che stiamo vivendo.
Grazie quindi all’autore del post per avermi dato l’opportunità di ribadirlo.
Buona giornata
Sergio Capraro
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In effetti un grande passo in avanti sarà la tecnologia OLED che sta sempre più elegantemente mostrando segni di affidabilità e robustezza costruttiva. I costi iniziano ad essere molto interessanti e i vantaggi per l’ambiente (in termini di risparmio di energia) e non solo SEMBRANO essere reali.
Evidentemente come per ogni tecnologia ci vorranno ancora diversi anni per una diffusione di massa e una misurazione seria dell’impatto in senso lato. Le premesse sono comunque ottime. Di certo i LED per illuminazione dovranno per lo più essere considerati rifiuti elettronici e in tal senso è fondamentale che la gestione di tali rifiuti sia impeccabile.
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