Nome: Beppe Tav
Su di me: Redazione di HowToBeGreen. Ecologista fino al midollo :) Amo la natura, gli animali e se per difendere l’ecosistema dalla distruzione assassina degli uomini sono necessarie azioni concrete e forti, allora chiamatemi pure ECO-ATTIVISTA.
Interessi: Non accettare la logica senza futuro secondo cui "ci sarà un perchè se le cose stanno così"
Vivo a: IT, Vicenza / Veneto
Specializzazione:: Ricercatore ambientale
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17/2/2012
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Azioni per Salvare il Pianeta
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Consumo di acqua nel mondo, carenza idrica, consumo pro capite. Non è un segreto che la carenza idrica sia un problema grave e crescente. Ma dove viene utilizzata esattamente tutta l’acqua che consumiamo? Un nuovo studio dell’Università di Twente (Paesi Bassi) cerca di rispondere proprio a questa domanda ed ha stilato l’analisi più completa sul consumo globale di acqua potabile fino ad oggi.
I ricercatori hanno analizzato la quantità e la distribuzione dell’uso dell’acqua globale dal 1996 al 2005, e hanno prodotto tre risultati principali:
1. L’agricoltura utilizza il 92 percento di tutta l’acqua usata a livello globale. In particolare, l’acqua utilizzata per la coltivazione di cereali come il grano, riso e mais rappresenta il 27 percento, la produzione di carne il 22 percento e i latticini il 7 percento.
2. Paesi aridi si affidano sempre di più all’acqua proveniente da altri paesi senza neppure rendersene conto, consumando ciò che i ricercatori chiamano "acqua virtuale".
3. Tre paesi sono responsabili di quasi il 38 per cento del consumo globale di acqua: Cina, India, e Stati Uniti. Ma gli Stati Uniti, che ha una popolazione molto più piccola rispetto alla Cina o all’India, si attestano ad un consumo pro-capite folle di 2842 metri cubi ogni anno, rispetto alla media mondiale di 1385 metri cubi all’anno.
Il concetto di acqua virtuale
Il quadro complessivo messo in evidenza da questo studio è più complesso rispetto alla sola comprensione di quali paesi al mondo soffrono la carenza d’acqua. Lo studio punta il dito contro l’enorme impronta idrica dell’agricoltura. Ad esempio, sono necessari circa 5300 litri di acqua per “far crescere” un dollaro di grano: un immenso volume di acqua che non risulta per nulla evidente “alla vista” se si considera un sacco di farina posizionato sulla mensola di un negozio. Molte nazioni sono povere o poverissime d’acqua, ed essi, in sostanza, affidano il loro consumo d’acqua mediante l’importazione di merci ad alta intensità d’acqua, come il grano o prodotti elettronici, che di fatto vengono prodotte altrove. Questo flusso di acqua virtuale rappresenta una grande parte dell’economia globale. In tutto, circa il 22% dell’acqua consumata in tutto il mondo è acqua virtuale importata attraverso i confini internazionali.
Un esempio su tutti: la Cina riceve solo il 10 per cento della sua acqua virtuale dall’estero. Eppure i ricercatori fanno notare come un paese così economicamente florido abbia avviato un politica di leasing di acquisto di terreni in Africa per assicurare il cibo e la fornitura di acqua virtuale per la propria economia (http://www.howtobegreen.eu/greenreport.asp?title=561).
L’impatto della carne sul consumo d’acqua mondiale
Mentre il consumo d’acqua legato alla produzione della carne si attesta al 22 percento è abbastanza chiaro che questo valore sia inevitabilmente destinato ad aumentare (http://www.howtobegreen.eu/greenreport.asp?title=501). Una tendenza mondiale verso una dieta sempre più basata su prodotti di origine animale e cibi elaborati porterà ad un aumento incontrollato del consumo d’acqua. Produrre un grammo di proteine nel latte, uova e carne di pollo richiede in genere almeno una volta e mezzo la quantità d’acqua che sono richieste per produrre una proteina vegetale. Ci sono vari modi per ridurre l’enorme consumo di acqua nell’agricoltura: migliorare l’efficienza di irrigazione, per esempio, consentire l’uso maggiore delle acque superficiali derivate da precipitazioni e ridurre la dipendenza insostenibile dal pescaggio dell’acqua di falda. Ogni metro cubo di acqua che è ottenuto da fonti di superficie (come il recupero di acqua piovana), che sono generalmente rinnovabili, è un metro cubo che non ha bisogno di essere pompato fuori dalle falde acquifere. Le sorgenti sotterranee di acqua non sono considerate rinnovabili per le tempistiche umane.
Un altro modo per ridurre la nostra impronta idrica è quello di cambiare le nostre abitudini alimentari. In particolare, le persone possono scegliere di mangiare meno carne o di prediligere la scelta di carne non proveniente da bovini alimentati con cereali ma bensì nutriti con erba per la cui crescita è sufficiente l’acqua piovana che cade sul pascolo.
La scelta migliore rimane senza dubbio quella di non mangiare più la carne. Vuoi provare una ecosostenibile e super gustosa alternativa alla carne? prova il Seitan (http://www.howtobegreen.eu/greenreport.asp?title=578)
Hai la possibilità e la voglia di fare la tua parte? Vedi cosa ho fatto io per recuperare l'acqua piovana! http://www.howtobegreen.eu/greenreport.asp?title=573
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REPORTAGE
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Consumo di acqua nel mondo: dall’acqua virtuale al folle consumo pro capite
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posted on 17/2/2012 at 13:02
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