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Nome: giuseppe tavella
Su di me: Docente di Elettronica, ricercatore nel campo delle Energie Rinnovabili mi occupo da molti anni di fotovoltaico, solare termico e geotermia a bassa entalpia. Viaggio da sempre con uno scooter elettric...
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Interessi: Lo studio Green Technology offre un servizio di consulenza mirato all’integrazione delle diverse tecnologie ecologiche insieme ad uno studio delle soluzioni green più adatte alle esigenze specifiche d...
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Locazione attività: IT, Veneto - Vicenza
Nome attività:
Green Technology
Descrizione attività: Studio di consulenza Energie Rinnovabili, in particolare geotermia a bassa temperatura (scambiatori verticali, orizzontali, a spirale etc), solare termico (per la produzione di acqua calda e riscaldam...
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Informazioni di contatto: Via Monte Pasubio n.25 Vicenza
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14/10/2010
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Azioni per Salvare il Pianeta
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La nave della multinazionale petrolifera Chevron è un gigante di 228 metri. Il blocco di Greenpeace è cominciato la settimana scorsa, quando due attivisti, Victor e Anais, si sono arrampicati sugli anelli dell’ancora della Stena Carron montando un modulo di sopravvivenza, a 9 metri dal livello del mare. Un modulo attrezzato e provvisto di tutto il necessario, che è stato occupato da altri due attivisti, Timo e Nazareth, per più di due giorni.
Dopo cento ore di resistenza agganciati alla nave, sabato siamo stati costretti a scendere dal modulo di sopravvivenza. L’ingiunzione è arrivata dal tribunale, pena una multa molto salata, che avremmo dovuto pagare con i soldi dei sostenitori. Abbiamo deciso di scendere ma la protesta non si è fermata. Ieri, in tarda mattinata, quattro attivisti sono partiti dall’Esperanza e hanno raggiunto con dei gommoni la Stena Carron. Muniti di galleggianti, boa di segnalazione e tute di sopravvivenza si sono tuffati sulla rotta della nave, impedendole di nuovo di proseguire.
In parallelo con l’intervento al largo delle isole Shetland, stiamo portando avanti un’azione legale contro il governo del primo ministro britannico, Cameron, per impedirgli di rilasciare nuovi permessi di esplorazione. Greenpeace vuole difendere l’ecosistema del Mare del Nord dal pericolo di sversamenti, e salvaguardarne la grande bellezza.
Puntini arancioni sulla fiancata blu del gigante Stena Carron, i nostri attivisti ce l’hanno fatta, armati solo di salvagente e forza di volontà, dove i grandi della politica internazionale per adesso hanno fallito.
Il disastro della Bp nel Golfo del Messico dovrebbe insegnare. Quello delle perforazioni è un azzardo altissimo e la nostra dipendenza dal petrolio una rischiosa schiavitù. Per questo attivisti e volontari di Greenpeace rimangono lì dove sono, dandosi il cambio giorno e notte per impedire alla Stena Carron di proseguire. Continueremo a chiedere una moratoria contro le perforazioni off-shore in acque profonde. Intanto i ministri dell’Ambiente dei Paesi che si affacciano sul Mare del Nord si sono riuniti a Bergen, in Norvegia. Nell’ambito della convenzione OSPAR (per la protezione dell’ambiente marino dell’Atlantico nordorientale) avrebbero dovuto discutere di una moratoria contro le perforazioni off-shore in acque profonde, avanzata dalla Germania. Ma è stato l’ennesimo nulla di fatto.
Tratto dal sito di Greenpeace www.greenpeace.it
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Guarda il video dell’assalto degli attivisti di Greenpeace contro la trivellatrice della Chevron
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REPORTAGE
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Fermare le perforazioni petrolifere nel Mare del Nord
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posted on 10/14/2010 at 17:11
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