Nome: Silvia Lorenzi
Su di me: Redazione di HowToBeGreen. Vegetariana ed esperta di alimentazione biologica.
Interessi: Cucinare utilizzando esclusivamente prodotti biologici e locali. Amo coltivare l’orto e leggere. Faccio parte di un G.A.S. (Gruppo di Acquisto Solidale).
Vivo: IT, Zugliano - Vicenza
Specializzazione: Cuoca
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Mayetta ha commentato il reportage reportage: Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza, mi rende felice che un altra persona abbia dato un parere positivo sui lavabili! Volevo soltanto aggiungere un appunto: per chi volesse una maggiore sicurezza di igienizzazione ed un effetto sbiancante, può aggiungere al lavaggio un po’ di PERcarbonato (da non confondere assolutamente con il perborato), se siete fortunati lo trovate da solo, ma in genere è contenuto, assieme a riempitivi etc. (tipo il bicarbonato), negli igienizzanti ecologici che si possono trovare nei negozi bio.
Questo è utile soprattutto quando ci sono arrossamenti o infezioni.
In questi casi si consiglia di tenere la temperatura di lavaggio almeno a 60°C, aggiungere un po’ di igienizzante, e possibilmente stendere al sole (che igienizza); c’è anche chi li stira con il vapore.
Riassumendo, più la temperatura di lavaggio è elatava, più si garantiscono efficacia di lavaggio e igiene. La biancheria lavata a 30°C ha un numero di batteri 10 volte inferiore rispetto a prima del lavaggio, quella lavata a 40°C, ha un numero di batteri 500 volte inferiore, mentre lavaggi a 60°C garantiscono il quasi totale abbattimento della carica batterica iniziale.
Lo svantaggio è che all’aumentare della temperatura, aumenta anche il consumo di energia e quindi aumentano anche le emissioni di CO2 (il 70-80% dell’elettricità utilizzata dalla lavatrice serve a scaldare l’acqua).
Un buon compromesso potrebbe essere quello di alternare cicli di lavaggio a basse temperature a saltuari cicli ad alte temperature. ( leggi tutto)
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Mayetta ha aggiunto un nuovo reportage dal titolo: [ La plastica biodegradabile e compostabile: cosa c’è da sapere ] Plastica biodegradibile e plastica compostabile. Qual’è la differenza? Sono sinonimi? Un oggetto biodegradabile è anche necessariamente compostabile? Allo scopo di fare chiarezza su queste terminologie che posso essere facilmente confuse è necessario dare alcune definizioni.
La biodegrada... (read all)
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Mayetta ha commentato il reportage reportage: E adesso?..Andiamo avanti a grappini?
Rispetto le idee altrui, se sono esposte in modo garbato.
Non mi pare questo il caso. ( leggi tutto)
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Mayetta ha aggiunto un nuovo reportage dal titolo: [ Film BEHIND THE LABEL, l’altra faccia del cotone indiano ] Cotone da sementi geneticamente modificate, cotone Ogm, biotecnologie, il dramma dei contadini, dietro le quinte del mercato del cotone indiano, la multinazionale Monsanto. Il documentario Behind the Label propone un’inchiesta-racconto, con immagini ed interviste inedite, volta a capire se le biotec... ( read all)
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Mayetta ha commentato il reportage reportage: Adesso comincia ad essere un po’ più diffuso, il suo costo come detto è maggiore rispetto al convenzionale, ma bisogna tenere conto della qualità del prodotto che si compera.
Facendo una riflessione personale, direi che secondo me bisogna uscire dalla nefasta mentalità del giorno d’oggi, in cui si pretende di pagare poco ed avere tanto...o almeno ci si illude che sia così.
Se pago poco una cosa è perchè qualcuno ci ha rimesso, e perchè alla fin fine non ho poi così tanto in mano.
Nessuno regala nulla, anzi, certe volte paghiamo tanto per non avere nulla (i prodotti griffati ad esempio).
Sono convinta, che quello che si paga sia per l’alimentare che per l’abbigliamento convenzionali, è davvero troppo per quello che si ha poi alla fine.
Un esempio banale, il prosciutto (che io da vegetariana non mangio): allevamenti che sembrano lager, consumo di risorse, inquinamento, alimentazione assolutamente scadente, farmaci, animali stressati perché allevati in massa, e poi conservanti ed additivi vari.........cos’ho io poi nella mia confezione di plastica salva aroma?
Preferisco che gli animali vengano rispettati, allevati con passione, nutriti con cibo sano, trattati come animali e non come cose, e che il prodotto finale non abbia mille cose dentro per farlo restare mummificato....certo, questo ha costi maggiori.
Io ragiono così: meno, ma di qualità.
Va detto che neanche nel biologico si è in salvo dalle regole del profitto, non tutti quelli che producono bio mettono l’etica nel loro modus operandi.
Alcune aziende, oltre al convenzionale propongono il biologico soltanto per tattiche commerciali, quindi non operano nel migliore dei modi. C’è biologico e biologico.
Non tutti ci mettono la stessa passione, quindi bisogna prestare attenzione, sempre.
...Tornando al solo abbigliamento bio, ora hai la possibilità di acquistare, sia dei prodotti di buona qualità ad un prezzo simile al convenzionale (se non hai grandi pretese estetiche), che dei prodotti di qualità superiore, fatti con materiali di prima qualità, con delle finiture particolari -anche artigianali- che danno un valore aggiunto al prodotto finito, e che spesso ne giustificano il prezzo maggiore.
Per chi fosse dotato di capacità sartoriali di base, si trovano -anche se meno facilmente- delle stoffe in cotone bio, per confezionarsi -o farsi confezionare- lenzuola o cose simili.
Basta cercare dunque, non è ancora facilissimo, ma si può fare. ( leggi tutto)
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Mayetta ha aggiunto un nuovo reportage dal titolo: [ Cotone biologico: perchè sceglierlo e quali sono i vantaggi per l’uomo e l’ambiente ] Cotone biologico, cotone organico, cotone ecologico. Perchè si parla sempre più spesso dei vari tipi di cotone? Esiste un cotone buono e un cotone cattivo? In realtà nella mia ricerca ho scoperto che dietro la produzione di cotone si nasconde un industria ad altissimo impatto ambientale e situazioni... ( read all)
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Mayetta ha commentato il reportage reportage: ..in genere nei mangimi per animali ci possono essere OGM, per il mangime delle galline o dei polli dovresti chiedere quello biologico, o almeno NON O.G.M. ( leggi tutto)
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Mayetta ha risposto ad una domanda, scrivendo:
Oddio! E’ passato del tempo e so che i prezzi sono un po’ aumentati. Io ho pagato dei fitted di una marca svedese(che sono quelli in due pezzi cioè pannolino+mutandina esterna) in cotone bio sui 13€ mi pare. Indicativamente li trovi dai 12€ per quelli più semplici, ai 22-24€ per quelli tutto in uno. Io ti consiglio di prendere 15-20 pannolini di taglia piccola, per i primi 3 mesi (sempre se vuoi cominciare subito, inizialmente per le prime due settimane ho utilizzato quelli di mais), per poi passare a quelli taglia unica (che vestono bene dai 5-6Kg.in poi). I miei li ho utilizzati 4 anni continuati, tra una bimba e l’altra, e sono ancora in buono stato. Buona avventura, ah....leggiti qualcosa anche sull EC o elimination communication. (leggi tutto)
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Mayetta ha risposto ad una domanda, scrivendo:
E’ una scelta personale, io ad esempio preferisco che a contatto con la pelle ci siano materiali naturali, come il cotone bio non sbiancato, il bambù, la canapa etc.. Il bambù assorbe più del cotone, quindi permette di poter confezionare pannolini più sottili rispetto a quelli in cotone, anche se questo ovviamente dipende dal modello e dalla marca, poi deriva da materie prime naturali e rinnovabili....... Certo, non so come si svolga il processo produttivo del tessuto e che impatto abbia sull’ambiente, proverò a cercare. Come il cotone, in base al tipo di tessuto e al tipo di pannolino, può impiegare un po’ ad asciugare. Se hai l’asciugatrice non ci sono problemi, se vivi in una casa umida è meglio che scegli i prefold che asciugano in fretta. Il micropile non assorbe, perde facilmente il potere drenante, si può cerare con i detersivi sbagliati, deriva da materiali plastici (la nota positiva è che deriva dalle bottiglie di plastica ed in questo senso è in materiale riciclato, anche se ignoro se questo processo si applichi per tutti i tipi di materiale tecnico), e d’estate lo considero poco confortevole. Il micropile da’ un effetto asciutto che è illusorio (prova a pensare al pile appena tolto dalla lavatrice, sembra asciutto, ma di fatto non lo è), il lato positivo di questo materiale è che si asciuga rapidamente una volta lavato. Personalmente ho usato moltissimo quelli in flanella ed in spugna di cotone bio, li ho utilizzati e strapazzati, e nonostante ciò sono ancora in buone condizioni. (leggi tutto)
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Mayetta ha aggiunto un nuovo reportage dal titolo: [ Succo d’arancia: il consumo d’acqua e la contaminazione alimentare ] Succo d’arancia, consumo d’acqua, energia e contaminazione alimentare. Brasile e Stati Uniti producono oggi quasi la metà delle arance raccolte nel mondo che vengono trasformate in succo per il 95 percento. Solo gli americani ne consumano la metà del totale prodotto nel mondo sotto forma... ( read all)
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